Case Green dal 2030: cosa prevede la direttiva dell’UE e perché preoccupa l’Italia

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Entro il 1°gennaio del 2030 “Case Green” per gli Italiani. Dall’Unione Europea arriva una proposta di direttiva che prevede il raggiungimento della classe energetica E e della classe energetica D entro il 2033 per la maggior parte degli edifici. 
 
La proposta di direttiva sull’efficienza energetica degli immobili dell’UE preoccupa e non poco l’Italia per diverse ragioni. La prima, lo stato attuale del panorama Italiano sull’efficientamento degli edifici e la seconda gli ingenti costi da affrontare senza agevolazioni per l’adeguamento. I numeri parlano chiaro, la fotografia degli attestati di prestazione energetica non lascia spazio a interpretazioni: nel 2021 il 34% degli immobili era in classe G, il 23,8% in classe F e il 15,9% in classe E. In questo caso più della metà del patrimonio immobiliare andrebbe ristrutturato entro il 2030. 

Il testo su “Case Green”all’esame del Parlamento europeo fa parte del progetto “Fit for 55”, con cui l’Unione europea vuole ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990. 

Sono più di 1500 gli emendamenti proposti dagli eurodeputati che sottolineano l’importanza dell’atto giuridico visto che gli edifici sono responsabili per il 40% del consumo energetico rappresentando il 36% delle emissioni di gas nocivi. 
Seppur s si tratti di una direttiva (il testo dovrà essere trasposto nel diritto nazionale) restano alcune incomprensioni.

Case Green direttiva Eu.

Cosa prevede la direttiva Eu sulle “Case Green”:

Entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni più tardi sarà obbligatorio passare alla classe D. Una promozione che richiede un taglio dei consumi energetici di circa il 25%, con interventi come cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione, pannelli solari. Per arrivare alle emissioni zero al 2050.

Saltate al momento le possibili limitazioni alla vendita o all’affitto della case per chi non possiede il bollino verde Ue. Toccherebbe comunque ai governi decidere quali sanzioni applicare, oltre all’automatica perdita di valore degli immobili non a norma.

Dagli interventi sono escluse le case di vacanza, i palazzi storici ufficialmente protetti, le chiese e gli altri edifici di culto. Ma anche le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

La proposta di direttiva è stata presentata dal vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, il 15 dicembre 2021. Con una rassicurazione rivolta soprattutto all’Italia: “Nessun burocrate di Bruxelles confischerà la vostra casa se non è ristrutturata”. Il 24 gennaio il testo sarà messo ai voti alla commissione Energia del Parlamento europeo e potrebbe planare sul tavolo della plenaria a Strasburgo il 13 marzo. All’ok dell’Eurocamera seguiranno le trattative con i Paesi membri per arrivare all’approvazione definitiva.

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