Transizione 5.0 novità procedure

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Transizione 5.0 novità procedure: nuova semplificazione di calcolo e riduzione dei consumi energetici. Novità anche sulla cumulabilità con altri incentivi . Valorizzato il ruolo delle ESCo (Energy Service Company).

 Beneficio massimo al 50%: nuove misure per il Piano Transizione 5.0


L’emendamento al disegno di legge di Bilancio, presentato dal governo e in esame presso la Commissione Bilancio della Camera, introduce significative novità per il Piano Transizione 5.0. In particolare, viene prevista una procedura diretta per riconoscere i benefici fiscali in caso di sostituzione di beni obsoleti, facilitando l’accesso agli incentivi per le imprese.

Transizione 5.0 novità procedure: possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei

Un esempio concreto di questa cumulabilità è rappresentato dal credito d’imposta ZES (Zone Economiche Speciali), che può essere combinato con il piano Transizione 5.0 per interventi di efficientamento energetico in aree industriali svantaggiate.

Allo stesso modo, le agevolazioni offerte dai programmi europei, come il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR) o altri strumenti dedicati alle energie rinnovabili, permettono alle imprese di massimizzare i benefici ottenibili.

Questa maggiore flessibilità offre un’opportunità significativa, consentendo di combinare risorse diverse per coprire i costi complessivi degli investimenti, nel rispetto del limite massimo consentito.

Un altro punto chiave dell’emendamento riguarda la cumulabilità del credito d’imposta con altre agevolazioni, incluse:

  • le agevolazioni previste per le Zone Logistiche Semplificate (ZLS),
  • ulteriori strumenti e programmi dell’Unione Europea.

Questa maggiore flessibilità permette alle imprese di sommare i diversi incentivi, con il vincolo che l’insieme delle agevolazioni non ecceda i costi sostenuti per gli investimenti.

Maggiorazione per i pannelli fotovoltaici Made in Europe

L’emendamento riserva un’attenzione particolare agli impianti fotovoltaici, prevedendo un aumento del 10% del credito d’imposta per tutte le categorie di moduli fotovoltaici ammessi.

Nel dettaglio:

  • Moduli di tipo a (efficienza del 21,5%) ottengono un credito maggiorato al 130%;
  • Moduli di tipo b (efficienza del 23,5%) ottengono un credito pari al 140%;
  • Moduli di tipo c (celle bifacciali con efficienza al 24%) raggiungono il 150%.

Questa misura mira ad azzerare il divario di costo con moduli e celle prodotti fuori dall’Europa, promuovendo così l’utilizzo di tecnologie realizzate all’interno dell’Unione Europea.

Introduzione di un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni

L’emendamento semplifica anche le modalità di calcolo del credito d’imposta, introducendo un’aliquota unica per gli investimenti fino a 10 milioni di euro, fissata al 35%.

Per gli investimenti eccedenti questa soglia e fino a 50 milioni di euro, l’aliquota viene ridotta al 5%.

Riconoscimento del credito a ESCo ed EPC

Una delle principali novità riguarda l’estensione del credito d’imposta alle Energy Service Company (ESCo) certificate, che possono ora realizzare progetti di innovazione tecnologica presso aziende clienti.

Inoltre, per i progetti realizzati tramite Energy Performance Contract (EPC), viene automaticamente soddisfatta la condizione di riduzione dei consumi energetici necessaria per accedere alla misura.

  • Tale riduzione deve essere pari ad almeno 3% per l’intera struttura produttiva o 5% per i processi interessati.

Retroattività delle misure: nuove opportunità per chi investe nelle rinnovabili

Le novità introdotte dall’emendamento avranno effetto retroattivo a partire dal 1° gennaio 2024, offrendo un’importante opportunità per le aziende già impegnate in investimenti, in particolare nel settore delle energie rinnovabili.

Questa retroattività consente di riconoscere i benefici fiscali anche per progetti avviati all’inizio dell’anno, incentivando ulteriormente gli interventi di efficienza energetica e l’installazione di impianti fotovoltaici ad alta efficienza realizzati in Europa.

In pratica, le imprese che hanno già iniziato a investire potranno accedere al credito d’imposta maggiorato senza dover attendere ulteriori aggiornamenti normativi, contribuendo così a ridurre i costi di investimento e accelerare la transizione energetica. novità introdotte dall’emendamento avranno effetto retroattivo a partire dal 1° gennaio 2024, a condizione che vi sia disponibilità delle risorse programmate.

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