Obbligo BIM appalti pubblici: il 21 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il Dl, ora al vaglio delle Commissioni parlamentari fino al 7 dicembre. Eventuali modifiche potrebbero ritardare l’approvazione oltre il 1° gennaio 2025, bloccando gare tra 1 e 2 milioni di euro.
L’obbligo di utilizzare il BIM negli appalti pubblici potrebbe subire un’importante modifica dal 2025, con l’innalzamento della soglia minima da 1 a 2 milioni di euro. Questo cambiamento è previsto dal Decreto Correttivo al Codice Appalti, che però non sarà approvato in tempo entro la fine del 2024, rischiando di creare incertezza e bloccare alcune gare.
BIM: uno strumento per la digitalizzazione degli appalti
Il BIM è stato introdotto nella normativa sugli appalti pubblici per promuovere la digitalizzazione, migliorare la qualità della progettazione, ridurre i tempi di realizzazione delle opere e limitare il rischio di contenziosi.
Per agevolare le amministrazioni pubbliche, la sua applicazione è stata avviata in modo progressivo:
- 2019: obbligo per opere superiori a 100 milioni di euro;
- 2020: lavori complessi sopra i 50 milioni di euro;
- 2021: lavori sopra i 15 milioni di euro;
- 2022: opere superiori a 5,2 milioni di euro;
- 2023: soglia fissata a 1 milione di euro;
- 2025: obbligo per tutte le nuove opere.
Nel 2021, il calendario è stato aggiornato, alzando la soglia del 2023 a 5,5 milioni di euro(soglia comunitaria), mantenendo quella di 1 milione per il 2025.
BIM appalti pubblici, cosa cambia con il Decreto Correttivo
Il Decreto Correttivo al Codice Appalti introduce modifiche rilevanti sul BIM:
- Dal 1° gennaio 2025, l’obbligo di BIM scatterà solo per opere con valore superiore a 2 milioni di euro, raddoppiando la soglia precedente.
- Per i beni culturali, la soglia sarà più alta: solo interventi sopra i 5,5 milioni di euro richiederanno l’uso del BIM.
- La soglia non sarà più basata sull’importo a base di gara, ma sulla stima parametrica del valore del progetto.
Queste modifiche sono state richieste dalle amministrazioni pubbliche, che segnalano difficoltà nell’adeguarsi al BIM per mancanza di personale qualificato o risorse sufficienti per formare i dipendenti.
Rischio di incertezza nel 2025
Il Decreto Correttivo è ancora in fase di approvazione. Dopo essere stato trasmesso al Parlamento a novembre 2024, dovrà essere esaminato dalle Commissioni competenti, ricevere il parere della Conferenza Unificata e del Consiglio di Stato, e tornare al Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitiva. È improbabile che questo iter venga completato entro la fine dell’anno. Di conseguenza, dal 1° gennaio 2025, l’obbligo di BIM scatterà inizialmente per le gare sopra 1 milione di euro, come previsto dalla normativa attuale, salvo poi salire a 2 milioni quando il Correttivo entrerà in vigore.
Il rischio di stallo per molte gare
Questa situazione di incertezza potrebbe portare le amministrazioni a sospendere alcune gare comprese tra 1 e 2 milioni di euro, in attesa delle nuove regole. Per le amministrazioni meno preparate, rinviare le procedure potrebbe risultare più conveniente rispetto al rispettare l’obbligo del BIM previsto per il 2025.
Le novità del Decreto Correttivo, seppur utili per semplificare l’applicazione del BIM, rischiano dunque di rallentare le gare nei primi mesi del prossimo anno.