Obbligo BIM appalti pubblici: dal 2025 per progetti sopra i 2 milioni di euro

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Dal 2025 l’obbligo del BIM appalti pubblici sarà applicato solo ai progetti con un valore superiore a 2 milioni di euro, escludendo quelli di importo inferiore.

Obbligo BIM appalti pubblici

Il 2025 segnerà un cambiamento importante per il settore delle costruzioni pubbliche in Italia con una revisione significativa rispetto a quanto inizialmente previsto. Il recente Correttivo Appalti approvato dal Consiglio dei Ministri introduce nuove disposizioni sull’obbligo del Building Information Modeling BIM per gli appalti publici. Le nuove disposizioni rallentano l’introduzione della digitalizzazione nelle gare d’appalto. La soglia per l’obbligo del BIM, che doveva essere fissata a 1 milione di euro, è stata infatti elevata a 2 milioni di euro, rispondendo a problematiche organizzative delle stazioni appaltanti.

Obbligo BIM per appalti pubblici superiori a 2 milioni di euro

Secondo le nuove disposizioni, a partire dal 1° gennaio 2025, il BIM sarà obbligatorio per i progetti di nuova costruzione o interventi su edifici esistenti con un valore parametrico stimato superiore a 2 milioni di euro. Questa soglia sostituisce il limite di 1 milione di euro, che avrebbe dovuto entrare in vigore senza il correttivo.
La differenza principale, dunque, riguarda non solo il valore che fa scattare l’obbligo del BIM, ma anche il metodo di calcolo della soglia. Il Correttivo Appalti prevede che si utilizzi la stima parametrica del valore del progetto, anziché l’importo a base di gara, come avviene nel Codice Appalti attualmente in vigore.

La progressiva introduzione del BIM dal 2019

Il BIM, uno strumento fondamentale per la digitalizzazione del settore edilizio, è obbligatorio dal 2019. Tuttavia, la normativa ha previsto un’implementazione graduale, iniziata con gli appalti pubblici di importo superiore a 100 milioni di euro. Successivamente, nel 2023 e nel 2024, l’obbligo è stato esteso alle gare di valore superiore alle soglie comunitarie, fissate a circa 5,5 milioni di euro. Con il nuovo correttivo, una vasta gamma di progetti che avrebbero dovuto essere soggetti a digitalizzazione dal 2025 sarà esclusa.

Obbligo BIM appalti pubblici nel tempo:

  • 2019: opere oltre i 100 milioni di euro;
  • 2020: lavori oltre i 50 milioni di euro;
  • 2022: opere superiori ai 15 milioni di euro;
  • 2023: lavori superiori a 5,35 milioni di euro;
  • 2025: opere oltre 1 milione di euro.

BIM obbligatorio per beni culturali: soglia di 5,5 milioni di euro

Il Correttivo Appalti introduce anche una disposizione specifica per gli edifici classificati come beni culturali. In questo caso, dal 1° gennaio 2025, il BIM sarà obbligatorio solo per gli interventi con un valore superiore alla soglia comunitaria di 5,5 milioni di euro. Questo rappresenta una novità importante rispetto al precedente quadro normativo, che non prevedeva differenze tra edifici ordinari e beni culturali, imponendo per entrambi la stessa soglia di 1 milione di euro. Il correttivo introduce dunque un regime di eccezione per preservare le risorse e le complessità legate ai beni di particolare valore storico e culturale.

Perché l’obbligo di BIM è stato allentato

La decisione di innalzare la soglia per l’obbligo del BIM da 1 a 2 milioni di euro risponde alle preoccupazioni espresse dalle Pubbliche Amministrazioni e dalle associazioni di categoria. In particolare, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci)ha evidenziato come l’obbligo del BIM su una scala più ridotta avrebbe imposto un onere eccessivo, poiché le amministrazioni sarebbero state costrette ad assumere personale qualificato o a esternalizzare il servizio.

La normativa UNI prevede, infatti, che siano necessarie diverse figure specializzate per la gestione del BIM, tra cui il BIM Specialist, il BIM Coordinator, il BIM Manager e il CDE Manager, tutte con una certificazione che richiede il superamento di esami specifici presso enti accreditati. Secondo i dati di Accredia, il numero di professionisti certificati è attualmente insufficiente rispetto al fabbisogno delle stazioni appaltanti. Pochissimi di questi professionisti lavorano direttamente presso le Pubbliche Amministrazioni, rendendo necessario il ricorso a collaboratori esterni, con un conseguente aumento dei costi.

Sfide per la digitalizzazione delle gare d’appalto

La scelta del Governo di innalzare la soglia per l’obbligo del BIM riflette le difficoltà operative che molte stazioni appaltanti stanno affrontando. La digitalizzazione richiede non solo l’acquisto di strumenti tecnologici avanzati, ma anche la formazione del personale e la predisposizione di nuove figure professionali, che attualmente sono poco presenti nelle amministrazioni pubbliche. Di fronte a questa realtà, l’obbligo del BIM viene applicato con maggiore gradualità, consentendo una transizione più sostenibile per gli enti coinvolti.

Il BIM rappresenta un passo avanti inevitabile verso la modernizzazione del settore delle costruzioni. L’introduzione graduale e l’innalzamento delle soglie mirano a facilitare l’adattamento delle stazioni appaltanti, garantendo una transizione più fluida e meno onerosa verso la digitalizzazione.

Il BIM rappresenta un passo avanti inevitabile verso la modernizzazione del settore delle costruzioni. L’introduzione graduale e l’innalzamento delle soglie mirano a facilitare l’adattamento delle stazioni appaltanti, garantendo una transizione più fluida e meno onerosa verso la digitalizzazione. Tuttavia, è fondamentale agire rapidamente per accelerare questo processo e garantire che il settore possa beneficiare appieno delle opportunità offerte dalla digitalizzazione.

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