L’Ance durante le audizioni sul Salva Casa in Commissione Ambiente deposita una memora chiedendo modifiche e ampliamenti su cambi di destinazione d’uso . A queste richieste si sono aggiunte quelle di ANCE, Confedilizia, Confprofessioni e Cna. Vediamole nel dettaglio.
L’iter parlamentare del Decreto Salva Casa è già avviato con le audizioni di associazioni e stakeholder. Se da una parte abbiamo già approfondito il tema delle responsabilità per i professionisti e i tecnici, dall’altra iniziano le audizioni delle parti interessate.
Gli emendamenti, che potranno apportare modifiche e miglioramenti al testo, dovranno essere presentati entro il 25 giugno.
Ieri è toccato all’ Associazione Nazionale del Costruttori Edili (ANCE), all’Associazione dei Comuni Italiani con gli assessori all’Urbanistica di Napoli, Torino e Milano (Laura Lieto, Paolo Mazzoleni e Giancarlo Tancredi), ai proprietari immobiliari di Confedilizia e ai professionisti di Confprofessioni e Cna.
Le Richieste dei costruttori dell’ANCE
I costruttori dell’ANCE hanno chiesto che le agevolazioni del decreto si estendano anche ai cambi con opere. Hanno evidenziato che non è l’intervento edilizio in sé a influire, ma la funzione della nuova destinazione d’uso. Pertanto, secondo l’Ance, il cambio d’uso dovrebbe essere sempre consentito tra categorie omogenee senza condizioni, ad esempio da residenza a studio professionale e viceversa.
Il Vicepresidente ANCE Edilizia e Territorio, Stefano Betti, ha inoltre sottolineato che il decreto apporta modifiche al DPR 380/2001 “Testo Unico Edilizia” per superare rigidità normative e facilitare la commerciabilità degli immobili, soprattutto residenziali, che attualmente è ostacolata da difformità minori. ANCE vede positivamente l’attenzione del Governo verso queste tematiche, considerandolo un intervento di buonsenso per l’adeguamento del patrimonio edilizio esistente ai nuovi standard.
Senza risolvere le questioni delle piccole difformità, rischiano di bloccarsi le operazioni necessarie per l’attuazione della direttiva sulla prestazione energetica. Tuttavia, ANCE critica il continuo ricorso a modifiche puntuali al DPR 380/2001, sollecitando invece una revisione organica e integrata della normativa edilizia e urbanistica. Questo include la necessità di riformare la legge urbanistica del 1942 e il DM 1444/68, nonché aggiornare il decreto del 1975 sui requisiti igienico-sanitari per adattarsi meglio alle nuove esigenze.
Si chiede una presa di responsabilità da parte delle istituzioni per colmare urgentemente le lacune normative che impediscono il cambiamento e la certezza delle regole, necessaria per garantire stabilità. ANCE evidenzia come a Milano, l’assenza di un sistema di regole chiare stia bloccando la città, e sottolinea l’importanza di risolvere le interpretazioni divergenti su temi come la demolizione e ricostruzione.
Scarica qui l‘audizione di ANCE.
Decreto Salva Casa le richieste dell’Anci durante le audizioni
Durante l’audizione dell’Associazione nazionale Comuni Italiani, gli assessori all’Urbanistica di Napoli, Torino e Milano hanno sottolineato la necessità di salvaguardare le prerogative municipali. Hanno chiesto che gli strumenti urbanistici comunali possano stabilire, motivatamente, anche limitazioni e non solo condizioni ai cambi di destinazione d’uso degli immobili, sia con opere che senza. Questo per prevenire fenomeni di degrado urbano e squilibri funzionali, come lo svuotamento residenziale dei centri storici sotto pressione turistica o la trasformazione di fondi commerciali inutilizzati in residenze malsane, che porterebbe alla desertificazione dei quartieri.
Secondo Anci è necessario scardinare i meccanismi normativi che impediscono l’attuazione degli interventi di trasformazione urbana, aggiornando leggi obsolete come il DM 1444/68 e riformando i principi della legge urbanistica del 1942. È altresì urgente riattualizzare il decreto del 1975 sui requisiti igienico-sanitari. Una riforma della materia urbanistica ed edilizia deve garantire certezza delle regole per evitare instabilità e blocchi operativi, come evidenziato da situazioni critiche a Milano. È necessario armonizzare norme nazionali e strumenti edilizi per favorire la rigenerazione urbana.
Aspetti specifici del decreto
Il decreto deve riservare maggiore attenzione ai mutamenti d’uso, estendendo le norme agevolative ai cambi con opere e consentendo il cambio d’uso tra categorie omogenee senza condizioni
Destinazione dei proventi
Anci propone che i proventi derivanti dall’applicazione delle nuove norme siano destinati non solo alla demolizione di opere abusive e alla rigenerazione urbana, ma anche alla riduzione del disagio abitativo.
La proposta di Confedilizia in Commissione Ambiente sul Salva Casa
Confedilizia, dal canto suo, ha suggerito che la possibilità di realizzare cambi di destinazione d’uso senza opere diventi un principio fondamentale dell’ordinamento, consentendo tali cambiamenti anche in deroga alle prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali.
Tolleranze costruttive ed esecutive
Sulle tolleranze costruttive ed esecutive, Confedilizia ha espresso apprezzamento per l’emendamento proposto dalla Lega, che mira a rendere strutturale la nuova disciplina delle tolleranze. Questo emendamento rimuoverebbe la limitazione temporale al 24 maggio 2024, giudicata ingiustificata e foriera di disparità di trattamento.
Confedilizia ha inoltre proposto il superamento definitivo del requisito della doppia conformità, suggerendo che gli interventi conformi alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della domanda di sanatoria siano sanabili. Questo eviterebbe il paradosso di dover demolire opere realizzabili secondo la normativa vigente.
Varianti in corso d’opera
Infine, per le varianti in corso d’opera su titoli edilizi rilasciati prima del 1977, Confedilizia ha proposto che tali interventi non siano considerati violazioni edilizie. Ha suggerito che siano dichiarati dal tecnico abilitato per attestare lo stato legittimo degli immobili, attraverso la relativa modulistica o una dichiarazione asseverata allegata agli atti di trasferimento o costituzione di diritti reali.