Il IV Rapporto annuale sulla certificazione energetica degli edifici, realizzato da ENEA e il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI), ha portato alla luce importanti risultati che evidenziano un netto miglioramento nelle prestazioni energetiche del parco edilizio nazionale certificato.
ENEA e il Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente (CTI) hanno presentato oggi a Roma il Rapporto sulla certificazione energetica degli edifici 2023. Il rapporto evidenzia una riduzione del 3,7% degli immobili nelle classi energetiche peggiori F e G, mentre si è registrato un aumento del 3,7% di quelli nelle classi più performanti A4-B. Nonostante questo miglioramento, il 55% degli attestati di prestazione energetica censiti, che ammontano a circa 1,3 milioni, appartiene ancora alle classi energetiche F e G.
Il Panorama energetico degli edifici italiani
Basato su circa 1,3 milioni di attestati di prestazione energetica (APE) registrati nel Sistema Informativo per l’Attestazione Energetica (SIAPE) emessi nel 2022 da 17 Regioni e 2 Province Autonome.
Diminuzione percentuale delle Classi Energetiche peggiori
Uno dei dati più significativi emersi dal rapporto è la diminuzione percentuale degli immobili nelle classi energetiche peggiori, F e G, con una riduzione del 3,7%. Questo è stato accompagnato da un aumento speculare di edifici nelle classi più performanti A4-B, con un incremento del 3,7%. Tuttavia, nonostante questo miglioramento, il 55% degli edifici censiti continua a presentare prestazioni energetiche basse, appartenendo ancora alle classi F-G.
Dati regionali e principali emittenti di APE
La regione Lombardia si distingue come la maggiore emittente di attestati di prestazione energetica. La Lombardia infatti rappresenta il 20,5% del totale seguita da Lazio (9,6%) e Veneto (8,4%). Gli APE collegati a passaggi di proprietà e locazioni mostrano una lieve flessione, ma continuano a costituire oltre l’80% del campione analizzato. Inoltre, è interessante notare un aumento percentuale delle riqualificazioni energetiche e delle ristrutturazioni profonde, che rappresentano rispettivamente il 5,7% e il 4,1% degli APE emessi nel 2022, con un aumento del 1,5% per entrambe rispetto al 2021. Nel periodo tra il 2015 e il 2022, sono stati registrati oltre 17.000 APE per gli edifici a energia quasi zero (NZEB – Nearly Zero-Energy Buildings).
Focus su strumenti e metodi di analisi
Una delle novità più rilevanti di questa edizione del rapporto è la sezione dedicata a nuovi strumenti e metodi di analisi per il miglioramento della qualità degli APE. Questi strumenti mirano a potenziare le metodologie di controllo da parte del certificatore sia durante la fase di predisposizione dell’APE che in quella successiva. Inoltre, vengono approfonditi temi come l’implementazione del Catasto Energetico Unico (CEU) regionale, il ruolo del Portale nazionale per la Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2) e delle altre applicazioni informatiche sviluppate da ENEA.
Digitalizzazione per identificare le necessità di intervento
La digitalizzazione degli APE riveste un ruolo fondamentale nel rilevare le aree con maggiore necessità di intervento, tenendo conto delle diverse realtà territoriali. Questo processo consente inoltre di fornire ai cittadini un set più completo di informazioni, grazie all’ausilio di sportelli unici digitalizzati.
Attenzione alle proposte di revisione della Direttiva EPBD
Il rapporto analizza anche i risultati di un questionario somministrato a un campione di circa 80 soggetti, tra associazioni, consorzi e ordini professionali. Gli stakeholder hanno espresso il loro punto di vista su diversi aspetti del sistema di certificazione energetica nazionale. Grande attenzione alle proposte di revisione della Direttiva EPBD .
Questo rapporto fornisce un quadro completo e attuale sullo stato della certificazione energetica in Italia.
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