Nuova Direttiva EPBD cosa cambia nella norma italiana

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La prestazione energetica degli edifici è al centro del dibattito in Italia e in Europa con la Nuova Direttiva EPBD.
Sono trascorsi pochi mesi dall’approvazione della nuova versione della Direttiva EPBD da parte della Commissione ITRE – Industry, Research and Energy del Parlamento Europeo. 

Nuova Direttiva EPBD


Giunta al suo quarto aggiornamento, la nuova Direttiva EPBD rientra tra le azioni incluse nel “Fit for 55 Package” dell’Unione Europea e rappresenta un’importante opportunità per la riqualificazione del patrimonio energetico italiano. 

In attesa del recepimento della Direttiva in Italia attraverso i vari iter burocratici ISNOVA, ENEA e Fondazione Inarcassa, in collaborazione con Logical Soft, hanno affrontato il tema della EPBD. Sono stati analizzati il nuovo approccio alla progettazione, i metodi di calcolo, il nuovo sistema di classificazione energetica degli edifici e gli Edifici a Energia Zero.

L’appuntamento fa parte del Ciclo Obiettivo Emissioni Zero organizzato da ISNOVA ed ENEA per la Campagna “Italia in Classe A” promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico. Molti i docenti, ricercatori ed esperti del settore coinvolti

Ad aprire i lavori del webinar, moderato dall’Ing. Alberto Boriani Amministratore Unico di ISNOVA, è stato Franco Fietta, Presidente di Fondazione Inarcassa che ha sottolineato l’importanza di incontri dall’alto valore qualitativo per affrontare la sfida del futuro dell’edilizia. 

Opportunità e iniziative della nuova Direttiva EPBD

La parola è passata poi a Ilaria Bertini, Direttore del Dipartimento DUEE di ENEA. 
Sei i punti evidenziati dall’Ing. Bertini che hanno messo in luce alcuni aspetti della nuova direttiva fornendo osservazioni riguardo opportunità e iniziative. La Direttiva rappresenta infatti un’occasione che spinge tecnici, costruttori e operatori del settore a sviluppare creatività e innovazione.
La nuova Direttiva EPBD richiede la capacità degli Stati Membri di creare una riforma sugli incentivi da utilizzare, un’adeguata analisi sui costi-benefici e l’utilizzo di un enorme quantità di prodotti del ramo edile e degli impianti.

“Bisogna chiedersi se il tessuto produttivo sia pronto” sottolinea l’Ing.Bertini a questo proposito.

Tra le cause che rendono arduo il rispetto delle scadenze indicate, ve n’è una che dipende da una specifica caratteristica del mercato italiano. A differenza degli altri paesi europei, ricorda infatti l’Ing.Bertini, il 50% del patrimonio immobiliare italiano è in mano ai cittadini e non a grandi fondi di investimento. Questo allunga necessariamente i tempi, sia a causa di una diversa disponibilità economica, sia per un processo decisionale naturalmente più lungo.

Tra gli altri aspetti messi in luce, ricordiamo infine la priorità da dare alle abitazioni vulnerabili, con persone e famiglie in condizioni di povertà energetica; la digitalizzazione dei condomini. Non ultimo, un più largo impiego di sistemi costruttivi prefabbricati, tali da ridurre quindi il tempo di cantierizzazione. Una tecnica, specifica l’Ing. Bertini, spendibili su tipologie costruttive quali le scuole o il social housing.

La metodologia di calcolo nella nuova Direttiva EPBD

Interessante l’analisi fatta da Roberto Nidasio Project Leader del Comitato Termotecnico Italiano (CTI) con un excursus delle precedenti direttive e la lunga legislazione nazionale.
Delineato il quadro della nuova EPBD e le principali caratteristiche, l’Ing. Nidasio anticipa la necessità di realizzare un aggiornamento della legislazione e delle normative tecniche in atto. 
Ad adeguarsi dovranno infatti essere i requisisti minimi e le linee guida per la certificazione energetica con una probabile revisione della classificazione.

Tra le novità di maggior rilievo per i progettisti, il passaggio al metodo di calcolo orario secondo la UNI 52016, con intervallo del tempo orari o sub-orari. 

Decarbonizzazione e povertà energetica 

A centrare il focus sull’elaborazione dell’ultimo testo della Direttiva EPBD è stato Giuliano Dall’O’, Professore Ordinario del Politecnico di Milano, che ha guidato, tra l’altro, lo sviluppo del primo software europeo di calcolo dinamico orario secondo la UNI 52016.
Secondo il Professore Dall’O la Direttiva EPBD rappresenta uno strumento utile e fondamentale per arrivare alla completa decarbonizzazione, ma occorre dare spazio ai tecnici per poter sviluppare una normativa adeguata. Inoltre, in una situazione come quella Italiana con un panorama immobiliare vetusto si può fare molto attraverso la riqualificazione impiantistica. Questi interventi non sono risolutivi, ma certamente possono contribuire molto per ridurre i consumi anche degli edifici storici vincolati. 

Tra gli obiettivi delle Direttiva EPBD anche quello di combattere la povertà energetica. Nel testo si evidenzia infatti come 50 milioni di europei abbiano difficoltà a pagare la bolletta energetica, un aspetto che va sottolineato e analizzato avviando una pianificazione di incentivi adeguati che non possono basarsi solo sulla defiscalizzazione. 

Gli aspetti economici

Tra gli aspetti analizzati dal Professore Dall’O’ anche la capacità economica dello Stato Italiano per affrontare questa grande sfida. Se da una parte lo Stato non può farsene interamente carico, risulta impossibile immaginare che i cittadini possano affrontare da soli gli investimenti di riqualificazione. Secondo il Professore sarà necessario un intervento delle banche e degli istituti di credito attraverso quelli che vengono definiti “Mutui verdi” con delle soluzioni “miste”.  

Nuova Direttiva EPBD: cosa cambia per la classificazione energetica


A concludere la giornata di formazione l’intervento dell’Ing. Annachiara Castagna per Logical Soft, Opinion Leader per la Campagna Italia in Classe A. 

Utilizzando TERMOLOG l’ing. Castagna ha analizzato l’attuale sistema di Certificazione in Italia mettendolo a confronto con la nuova Direttiva EPBD attraverso casi pratici. Citando il testo normativo, l’Ingegnera innanzitutto anticipa l’addio all’edificio di riferimento introdotto dal Decreto requisiti Minimi.

Riguarda la diretta dell’evento scopri le novità della direttiva: Nuova EPBD, cosa cambia nella normativa italiana.

Inoltre si evince una probabile riduzione del numero delle classi energetiche, tornando a 7 classi (dalla A alla G). Sarà comunque prevista una classe A+ per edifici particolarmente performanti. Questo rappresenta una netta differenza se pensiamo che ora gli edifici ad alte prestazioni rientrano nelle classi A1, A2, A3, A4.

Soprattutto, l’Ing. Castagna ha sfatato uno dei grandi timori dei cittadini italiani: il rischio di ritrovarsi a causa della nuova Direttiva EPBD, con un immobile ricadente in una classe energetica più bassa, anche dopo un intervento di riqualificazione. Ha preso come esempio una villetta che grazie al Superbonus è passata dalla G alla Classe E. Ha quindi simulato con il software TERMOLOG come si posiziona secondo la nuova norma. Numeri alla mano, con la nuova Direttiva EPBD questo stesso edificio arriva in Classe D.

Non resta quindi che attendere il passaporto di ristrutturazione che con la nuova norma potrebbe finalmente concretizzarsi. Ci aiuterà a valutare la portata e la durata di un intervento di riqualificazione energetica.

Leggi anche Case green cosa prevede la Direttiva Europea e perché preoccupa l’Italia.

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