Si è svolto il 31 agosto a Bruxelles il secondo Trilogo sulla Direttiva EPBD. Rallentano i negoziati a causa dell’articolo 9a sull’installazione di pannelli solari in tutti gli edifici pubblici e non residenziali entro il 2026. Il terzo Trilogo il 6 ottobre.
Ieri a Bruxelless si è svolto il secondo Trilogo tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo sulla Direttiva EPBD che però non ha portato i risultati sperati. Un rallentamento è arrivato infatti di fronte all’articolo 9a. Questo articolo affronta la questione cruciale dell’installazione di pannelli solari sugli edifici, sia nuovi che esistenti. Gli attori chiave hanno deciso di aggiornarsi per un nuovo incontro che si terrà il prossimo 6 ottobre. Questa situazione sta alimentando preoccupazioni.
Il nodo dell’articolo 9a: l’installazione di pannelli solari
Il principale punto di scontro tra il Parlamento europeo e il Consiglio, rappresentato dalla presidenza di turno spagnola, riguarda in particolare il terzo comma dell’articolo 9a.
L’articolo stabilisce che i paesi membri devono garantire l’installazione di pannelli solari secondo un calendario molto serrato. Già nel 2026 tutti gli edifici pubblici e non residenziali dovrebbero essere dotati di pannelli solari. eguiti dagli altri edifici in scadenze progressive, tra il 2028 e il 2032.
Tuttavia, il Consiglio non è riuscito a concordare sull’obbligo del 2026, preferendo limitare l’installazione dei pannelli solari solo agli edifici oggetto di ristrutturazione, anziché coinvolgere tutti gli immobili esistenti.
Passaggi tecnici e questioni chiave ancora irrisolte
Nonostante il rallentamento nei negoziati ci sono stati alcuni progressi. Il Trilogo ha ratificato l’accordo su una serie di passaggi tecnici, come gli articoli 22, 23 e 24, che riguardano gli esperti indipendenti e i sistemi di controllo legati all’efficienza energetica degli edifici. Ciò che preoccupa maggiormente è che i negoziati non sono nemmeno iniziati su alcune questioni chiave, come l’articolo 9, che definisce il calendario per le ristrutturazioni degli edifici al fine di raggiungere la Classe D entro il 2033, probabilmente il cuore della direttiva stessa.
Il futuro della direttiva EPBD
La relatrice ombra per il Parlamento europeo, Isabella Tovaglieri, ha sottolineato che il Consiglio è consapevole delle gravi conseguenze sociali ed economiche della direttiva. Tuttavia, alcune opposizioni da parte dei governi nazionali rimangono, in particolare per quanto riguarda l’obbligo di installare pannelli solari entro il 2026 su alcuni edifici pubblici e commerciali.
I negoziati non si fermano qui. Nelle prossime settimane, ci saranno sforzi per accelerare i negoziati, considerando la scadenza della legislatura europea e l’urgente necessità di compiere progressi significativi entro la fine dell’anno. Nel mese di settembre, sono previsti almeno quattro incontri tecnici per cercare di raggiungere nuovi compromessi, iniziando proprio dalla questione dei pannelli solari. Il 6 ottobre è previsto il terzo Trilogo formale, e il destino della direttiva EPBD rimane incerto. La direttiva continua a rappresentare una pietra miliare nella lotta al cambiamento climatico e nell’adozione di edifici più sostenibili in Europa.