Una nuova garanzia erogata da Sace per crediti incagliati del Superbonus. Il Mef potrebbe avviare un intervento normativo urgente. Si lavora ai crediti non compensati per disincagliare le operazioni bloccate che dovranno pasare al vaglio di Bruxelles. Sul tavolo anche la proroga per le unifamiliari.
La sfida per la promozione dell’efficienza energetica e la riqualificazione del patrimonio edilizio italiano attraverso il Superbonus 110% continua a essere accompagnata da sviluppi e cambiamenti. In questo contesto emergono nuove prospettive di proroga e soluzioni.
Al lavoro il Mef insieme alle associazioni di imprese esposte sui crediti fiscali.
Intervento normativo urgente
In questi giorni il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sta valutando l’attuazione di una tempestiva modifica normativa ugente al fine di introdurre una modalità di garanzia fornita attraverso Sace. Attualmente, si sta operando per risolvere la situazione dei crediti non compensati, con l’obiettivo di sbloccare le operazioni attualmente impantanate. È importante sottolineare che queste operazioni dovranno però essere sottoposte all’approvazione e all’analisi da parte delle istituzioni europee a Bruxelles.
Crediti superbonus garanzia SACE, soluzione innovativa
La proposta di utilizzare la garanzia offerta da SACE per valorizzare i crediti fiscali derivanti dal Superbonus potrebbe rappresentare una soluzione pratica ed efficiente per sbloccare i crediti incagliati e favorire il completamento dei cantieri.
La garanzia SACE consentirebbe infatti alle imprese edili di ottenere un finanziamento garantito, sfruttando i crediti fiscali futuri derivanti dal Superbonus come collaterale. Questo aiuterebbe a superare l’attuale impasse nel settore e a garantire che i progetti di riqualificazione possano procedere senza intoppi, offrendo al contempo un’opportunità di finanziamento per le imprese stesse.
Come dovrebbe funzionare
Facendo un esempio: se un’azienda che possiede un credito in sospeso cede tale credito a un’altra azienda, come ad esempio una ESCO, la stessa potrebbe richiedere finanziamenti a una banca per ottenere liquidità.
La banca quindi potrà concedere un anticipo finanziario e come garanzia accettare il credito fiscale, il quale a sua volta è supportato da una garanzia controfornita da SACE.
Quando l’azienda acquirente è in grado di utilizzare il credito fiscale per compensare il proprio debito fiscale essa otterrà di nuovo la liquidità necessaria per rimborsare la banca per l’anticipo. Nel caso in cui l’azienda non sia in grado di generare abbastanza liquidità, entrerà in vigore la garanzia fornita da Sace per coprire l’eventuale mancato pagamento. Questo strumento consentirebbe di affrontare la sfida delle banche nell’acquistare un eccesso di crediti fiscali, offrendo al contempo liquidità alle aziende interessate a cederli, proteggendole dal rischio di compensazione.
La proroga per le unifamiliari
Una delle questioni centrali in questi giorni riguarda anche la scadenza del Superbonus 110% per le abitazioni unifamiliari. È in corso la discussione di un nuovo Decreto Legge, previsto nelle prossime settimane, che potrebbe prorogare ulteriormente la scadenza del bonus per queste tipologie di edifici. La scadenza del 30 settembre 2023, precedentemente stabilita, potrebbe essere posticipata per consentire alle persone fisiche di portare a termine i lavori di riqualificazione e godere dei vantaggi fiscali previsti dal Superbonus.
È importante sottolineare che questa proroga non rappresenta un ampliamento del bacino di beneficiari del bonus, ma mira a fornire un margine di tempo sufficiente a completare gli interventi in corso, considerando le difficoltà legate al blocco della cessione del credito.
L’appello degli esodati del Superbonus
Nel frattempo, la protesta degli “Esodati del Superbonus” – coloro che hanno intrapreso progetti di riqualificazione affidandosi alla legge e alle normative esistenti – si fa sempre più forte. Gli interessati lamentano il blocco della cessione del credito, che ha causato ritardi e incertezze nei cantieri, e chiedono una risposta concreta da parte del governo.
La loro voce si fa sentire attraverso comunicati stampa e presidi, con l’intento di richiamare l’attenzione sulle difficoltà incontrate da coloro che hanno investito nella riqualificazione energetica delle loro abitazioni. La proposta di garanzia SACE potrebbe rappresentare una soluzione parziale a questo problema, ma è evidente che c’è bisogno di una risposta più ampia e coordinata per affrontare le sfide attuali.