Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una soluzione promettente per la transizione energetica. Il webinar “Obiettivo Emissioni Zero: comunità energetiche in pratica” ha esplorato i vantaggi economici e ha presentato diversi casi studio sulle Comunità Energetiche condominiali.
Nel contesto della transizione energetica e del Green New Deal dell’Unione europea, le Comunità Energetiche Rinnovabili stanno emergendo come una soluzione promettente per il futuro.
Questo modello innovativo utile a favorire l’autoconsumo diffuso e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili a livello locale è stato protagonista del webinar “Obiettivo Emissioni Zero: comunità energetiche in pratica”.
Il webinar organizzato da ISNOVA ed ENEA in collaborazione con Logical Soft, fa parte del programma di formazione Italia in Clase A di ENEA.
Il seminario ha esplorato le novità e i vantaggi economici delle Comunità Energetiche attraverso casi studio concreti facendo un passaggio sulle ACCR, le Comunità Energetiche condominiali.
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La nuova Direttiva EPBD e i vantaggi economici delle Comunità Energetiche
Ad anticipare il tema delle Comunità Energetiche Rinnovabili è stato l’Ing. Alberto Boriani Amministratore di ISNOVA. L’Ing. Boriani ha introdotto i temi legati al nuovo pacchetto climatico dell’UE “Fit for 55” e alla Direttiva EPBD IV, analizzando i cambiamenti che dovranno affrontare gli edifici del futuro sia attraverso la classe energetica che attraverso il passaggio da “energia quasi zero” nZEB (nearly Zero Energy Building) a “emissioni zero” ZEB (Zero Energy Building).
“L’Italia deve avviare un programma per far si che entro 2030 gli edifici abbiano una classificazione energetica pari alla D per poi arrivare al 2050 con tutti gli edifici a emissioni zero. Secondo la nuova Direttiva EPBD entro il 2027 dovranno essere installati impianti solari su tutti i nuovi edifici pubblici e non resideziali. Entro il 2028 in tutti gli edifici pubblici sottoposti a ristrutturazioni profonde, entro il 2030 su tutti i nuovi edfici residenziali. Ci troviamo di fronte a un passaggio di rapida decarbonizzazione. In questo contesto affrontare il tema delle Comunità Energetiche Rinnovabile diventa cruciale”.
Diversi saranno gli step da affrontrare fino a quel momento. Un processo in atto, a cui i tecnici assisteranno, declinato attraverso alcuni passaggi come l’approvazione definitiva della Direttiva, i metodi di calcolo e le leggi italiane.
Le configurazioni di autoconsumo collettivo
L’Ing. Biagio Di Pietra del Dipartimento Unità Efficienza Energetica di ENEA ha affrontato il tema delle “configurazioni di autoconsumo collettivo” presentando un caso studio sperimentale portato avanti sulle CER dal Centro di Ricerca ENEA di Casaccia.
L’Ing. Di Pietra ha inizialmente fatto una panoramica sulla diffusione del fotovoltaico in Italia:
“Secondo il rapporto statistico del GSE del 2022, si evidenzia un trend in forte crescita dalla 2008 al 2013, caratterizzato dalla potenza installata rispetto al numero stesso degli impianti. Nel 2008, in Italia erano installati circa 483 Megawatt di fotovoltaico, e nel 2013 questa cifra era salita a oltre 18.000 Megawatt, con più di 600.000 impianti installati. Da allora, l’evoluzione è stata in crescita, ma con una caratteristica diversa: la crescita è avvenuta più come numero di impianti rispetto alla potenza installata. Infatti, siamo passati da circa 600.000 impianti nel 2013 a oltre un milione e duecentomila impianti installati nel territorio nazionale, mentre la potenza installata è aumentata di circa il 40%. Inoltre si evince che gli impianti installati sono di piccola taglia. Da qui si è sviluppata la figura del prosumer che attraverso le comunità energetiche acquisisce ancora più valore”.
I nuovi schemi di share con le Comunità Energetiche Rinnovabili
Secondo quanto affermato dall’Ing. Di Pietra, le nuove configurazioni di Comunità Energetiche Rinnovabili e autoconsumo collettivo consentono nuovi possibili utilizzi dell’energia autoprodotta. Vediamo l’esempio di un condominio:
“Per sfruttare al meglio l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico comune è possibile autoconsumarla direttamente all’interno del condominio. Questo significa che non solo le utenze condominiali beneficeranno dell’energia generata, ma anche gli appartamenti che fanno parte del condominio. Fino a qualche mese fa questa modalità di consumo non era possibile, ma ora è diventata realtà grazie all’introduzione delle configurazioni di autoconsumo collettivo e di Comunità Energetiche Rinnovabili”.
Queste configurazioni permettono di raggruppare i clienti finali, che possono essere sia produttori che consumatori, in un unico soggetto virtuale.
Il percorso legislativo delle Comunità Energetiche Rinnovabili
L’Ing. Di Pietra ha poi illustrato il percorso legislativo e l’evoluzione normativa che ha portato alle CER, dalla Direttiva sulle promozioni delle fonti rinnovabili (2018/2001 (REDII) al Decreto Ministeriale ancora in attesa di pubblicazione che stabilirà gli incentivi per l’autoconsumo di energia rinnovabile. E introdotto il tema delle cabine primarie.
Il dimostratore sperimentale SAPIENTE di ENEA
Durante la seconda sessione è stato presentato il dimostratore sperimentale “S.A.P.I.E.N.T.E” (sistema di accumulo e produzione integrata di energia termica ed elettrica).
Questo sistema, ubicato presso il Centro Ricerche ENEA di Casaccia, è progettato per testare le configurazioni di autoconsumo collettivo, con particolare attenzione all’ambito condominiale.
L’obiettivo principale è studiare configurazioni che favoriscano un’elevato livello di autosufficienza energetica del condominio, avvicinandosi al 100% e una quota significativa di autoconsumo da fonti rinnovabili da parte degli utenti condominiali.
Il sistema si basa sull’utilizzo del vettore termico attraverso la conversione dell’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico centralizzato in energia termica. Questa energia termica può essere utilizzata dagli utenti attraverso una pompa di calore condominiale. Questo approccio consente di utilizzare l’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico della comunità in modo efficiente, per esempio per riscaldare gli appartamenti durante le ore serali quando la produzione solare è limitata. Questo è particolarmente vantaggioso quando i profili di consumo degli utenti condominiali non coincidono con i profili di produzione dell’impianto fotovoltaico.
Un caso pratico di comunità energetiche in condominio
A chiudere il webinar è stata l’Ing. Annachiara Castagna di Logical Soft, Opinion Leader per la Campagna Italia in Classe A, che ha illustrato alcuni numeri riguardanti le Comunità Energetiche in Italia. In particolare si evidenzia un dato: il concetto di “comunità energetica” è stato introdotto già nel 2016, ma il numero di comunità effettivamente costituite è ancora limitato. Come mai?
Ha poi affrontato il tema delle cabine primarie sottolineando come in Italia siano presenti circa 2000 cabine primarie. Si tratta di un ampio territorio coperto da ciascuna di esse.
L’Ing. Castagna infine ha analizzato un caso pratico parlando di un condominio composto da 6 unità abitative che utilizza una pompa di calore per il riscaldamento. In questo caso sono stati analizzati i consumi energetici attraverso un istogramma, evidenziando che la quantità di energia condivisa dipende dal comportamento degli utenti e dai loro consumi giornalieri. Successivamente è stata esaminata la produzione di energia del condominio durante un giorno di luglio utilizzando un impianto fotovoltaico.
Comunità Energetiche condominiali: vantaggi economici
Le conclusioni sono state affidate a simulazioni economiche che hanno confrontato due scenari diversi e analizzato i vantaggi economici delle Comunità Energetiche.
Nel primo scenario il condominio partecipa come entità unica, nel secondo ogni unità immobiliare ha il proprio impianto fotovoltaico. Le simulazioni hanno mostrato che la partecipazione alla Comunità Energetica può consentire un rapido recupero degli investimenti e una maggiore valorizzazione dell’energia condivisa.