Gli indicatori relativi alla povertà energetica in Italia rappresentano una fonte di preoccupazione, evidenziando una diffusa difficoltà delle famiglie ad accedere ai servizi energetici di base. I dati Ipsos, la memoria di Arera e le misure di contrasto presentata alla commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
I dati sulla povertà energetica in Italia analizzati da Ipsos e presentati oggi durante la quarta Plenaria del Manifesto “Insieme per contrastare la povertà energetica” lasciano spazio a una riflessione importante.
È il momento di agire e servono azioni concrete per contrastare un fenomeno che colpisce il 64% delle famiglie italiane.
Cos’è la povertà energetica
La povertà energetica è una condizione in cui le famiglie non riescono ad avere accesso ai servizi e ai prodotti energetici essenziali, come riscaldamento, raffreddamento, illuminazione ed energia per alimentare gli apparecchi, a causa di costi troppo elevati che rappresentano una percentuale alta del loro reddito.
La povertà energetica, infatti, colpisce non solo le famiglie in condizioni economiche precarie, ma anche quelle che sulla carta possono essere considerate benestanti ma che incontrano difficoltà nell’affrontare le spese energetiche necessarie per il sostentamento della famiglia.
L’aumento dei costi delle materie prime energetiche, la pandemia da COVID-19 e la situazione geopolitica attuale hanno determinato un aumento della spesa energetica che colpisce maggiormente le famiglie a basso reddito.
Per individuare in modo preciso i destinatari delle politiche pubbliche contro la povertà energetica, sono necessari indicatori certi e disponibili su base individuale e misurabili per l’intera popolazione.
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L’impegno dell’Europa per contrastare la povertà energetica
In questi ultimi anni l’Europa ha subito diverse crisi, dall’emergenza Covid-19 al conflitto russo-ucraino, fino all’impennata inflazionistica. Questa situazione ha portato all’emergere di nuove forme di povertà, tra cui quella energetica.
La Direttiva EPBD ha tra i suoi obiettivi anche quello di affrontare questo problema.
Secondo il testo, ci sono circa 50 milioni di europei che faticano a pagare le bollette dell’energia e questo aspetto richiede una pianificazione di incentivi adeguati, che non possono basarsi esclusivamente sulla defiscalizzazione. Ciò significa che è necessario un approccio più ampio per affrontare questo problema, al fine di garantire che tutti possano avere accesso all’energia senza essere sopraffatti dai costi.
I dati sulla povertà energetica in Italia
Secondo i dettagli divulgati oggi l’81% degli italiani teme di non riuscire ad affrontare le spese nel prossimo futuro. In particolare, il 52% degli italiani pensa che potrebbe essere difficile o persino impossibile sostenere una spesa imprevista, mentre uno su tre (30%) teme la prospettiva di spese importanti, come il cambio di un elettrodomestico, e uno su quattro (27%) è preoccupato di non riuscire a pagare le bollette delle utenze domestiche.
Secondo Ipsos le difficoltà economiche e il rischio di perdere il lavoro sono la principale fonte di preoccupazione per il 77% degli italiani. Inoltre, il fenomeno della povertà energetica riguarda il 64% degli italiani, con oltre un quarto che permane preoccupato per il pagamento delle bollette nonostante il cambiamento di scenario nell’ultimo anno.
Infine, molte famiglie pensano di dover adottare strategie di consumo volte a compensare l’aumento del costo di energia elettrica e riscaldamento, come la riduzione dell’uso di aria condizionata, riscaldamento, acqua calda ed energia elettrica.
La memoria presentata da ARERA
Il 23 maggio ARERA ha partecipato ad un’audizione presso le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera per discutere di povertà energetica, bonus sociali e tariffe del servizio di gestione dei rifiuti urbani. Successivamente, l’ente ha depositato una memoria in cui emerge che la povertà energetica è un fenomeno ancora molto diffuso in Italia e che sono necessari interventi mirati per contrastarlo.
Inoltre, sono stati evidenziati alcuni aspetti critici legati alla gestione dei bonus sociali e delle tariffe del servizio di gestione dei rifiuti urbani, tra cui la mancanza di uniformità a livello nazionale e la scarsa informazione rivolta ai consumatori.
Contrastare la povertà energetica in Italia con i bonus sociali
In Italia, il bonus sociale elettrico e gas per disagio economico rappresentano gli strumenti più consolidati per contrastare la povertà energetica, essendo basati sull’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) per identificare i nuclei familiari in situazione di vulnerabilità economica che hanno diritto alle agevolazioni. I bonus sociali sono erogazioni dirette in bolletta che dipendono da fattori come i prezzi dell’energia, il numero dei componenti del nucleo familiare e la zona climatica di residenza. Questo strumento è pienamente compatibile con mercati energetici concorrenziali, stimola comportamenti virtuosi nelle famiglie interessate e può anche consentire l’accesso a famiglie improvvisamente in difficoltà.
Tuttavia, secondo Arera per promuovere l’efficienza energetica, è necessario affiancare interventi strutturali volti alla riduzione dei consumi energetici dei nuclei familiari. L’automatismo nel riconoscimento dei bonus sociali per le forniture di energia ha portato ad un notevole aumento dei beneficiari, con quasi 2,5 milioni di nuclei familiari che hanno usufruito del bonus elettrico e poco più di 1,5 milioni che hanno usufruito del bonus gas nel 2021. Questo rappresenta rispettivamente un aumento del 208,9% e del 182,7% rispetto al 2020. Nel 2022, il numero di beneficiari è ulteriormente aumentato, raggiungendo oltre 3,7 e 2,4 milioni di nuclei familiari.
L’utilizzo consapevole dell’Energia
A commentare i dati sulla povertà energetica presentati è stato il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. Per il vice ministro la lotta alla povertà energetica è un obiettivo che richiede uno sforzo comune, sia da parte del Governo che della società in generale, per garantire a tutti i cittadini un accesso equo e sostenibile all’energia, salvaguardando al contempo l’ambiente. Tuttavia, è necessario agire su due fronti: da un lato, governare i costi dell’energia e mitigare le conseguenze che un’impennata dei costi può avere su famiglie e imprese. Dall’altro, avviare un percorso di educazione all’utilizzo consapevole dell’energia.