Arrivano i chiarimenti dal GSE sulle CER attive a livello nazionale. Dovranno basarsi su riproduttori collegati alla stessa cabina primaria.
È possibile costituire una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) operante su scala nazionale, in conformità con i principi sanciti dall’articolo 31 del decreto legislativo 199/21. Questo chiarimento è stato diffuso tramite una FAQ pubblicata sul sito del GSE, aprendo la strada a nuove opportunità e scenari futuri per lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili.
Costituzione di una CER su scala nazionale: nuove opportunità e benefici
Le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una delle innovazioni più significative nel settore, permettendo a cittadini, aziende e condomìni di produrre, consumare e condividere energia rinnovabile. Le CER promuovono l’uso di energia pulita e offrono anche vantaggi economici, grazie alla riduzione dei costi in bolletta, e ambientali, contribuendo alla riduzione delle emissioni di CO2.
Per ottenere tali benefici è necessario assicurare una gestione trasparente ed efficiente dei dati relativi ai consumi energetici, alla produzione e alla partecipazione alla comunità. Autoconsumo diffuso e configurazioni sottese
Un aspetto importante per il funzionamento di una CER su scala nazionale è l’ottimizzazione dell’autoconsumo diffuso. Il GSE ha chiarito che le configurazioni delle CER dovranno riferirsi alla stessa cabina primaria per poter massimizzare il potenziale energetico condiviso. Le quantità di energia autoconsumata saranno così calcolate e valorizzate secondo le linee guida stabilite dal GSE.
Richiesta di accesso e normativa di riferimento
Ogni configurazione di CER dovrà presentare una richiesta di accesso, seguendo le indicazioni dell’articolo 31 del decreto legislativo 199/21 e del Tiad, per garantire conformità normativa e accesso agli incentivi disponibili.
Per approfondire scarica la faq del GSE.
