Agenda 2030: i dati del rapporto ASviS 2024

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Il rapporto ASviS 2024 evidenzia i ritardi dell’Italia nell’attuazione dell’Agenda 2030, lanciando un appello urgente per azioni concrete verso uno sviluppo sostenibile.

Agenda 2030 Rapporto ASviS

“L’alternativa a un mondo sostenibile è un mondo insostenibile. Come l’attuale”. Con queste parole Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha presentato il Rapporto ASviS 2024 dal titolo: “Coltivare ora il nostro futuro”. Il Rapporto ASviS fa il punto sull’avanzamento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, è stato lanciato il 17 ottobre 2024 presso l’Acquario Romano e rappresenta un’importante riflessione sull’attuale crisi del modello di sviluppo.

Il Rapporto ASviS 2024, frutto della collaborazione di oltre 320 esperti, analizza lo stato di avanzamento degli SDGs in Italia, in Europa e a livello globale, mostrando un quadro tutt’altro che rassicurante. Secondo Giovannini, per chi si occupa seriamente di sviluppo sostenibile, “l’attuale stato del mondo non è una sorpresa”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in più occasioni, ha ribadito l’importanza dell’Agenda 2030, sottolineando che non è un “esercizio burocratico per sognatori”. Tuttavia, nonostante gli impegni presi dal governo italiano e dalle istituzioni internazionali, l’attuazione dell’Agenda 2030 è in grave ritardo nel nostro Paese.  Le previsioni elaborate da ASviS con la collaborazione di Prometeia mostrano che solo l’8% dei target fissati dall’Agenda potranno essere raggiunti entro il 2030, mentre il 60% non sarà realizzabile e il 19% rimane incerto. L’Italia, dunque, sembra trovarsi su un percorso di sviluppo insostenibile.

Il quadro italiano: ritardi sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile

Il Rapporto ASviS dipinge un quadro drammatico per il nostro Paese. Tra il 2010 e il 2023, cinque Obiettivi (povertà, disuguaglianze, ecosistemi terrestri, governance e partnership) hanno registrato peggioramenti. Seppur con lievi miglioramenti in altri settori, come cibo, energia pulita e crescita economica, la performance italiana rimane ben lontana dal garantire uno sviluppo sostenibile.

Ad aggravare il quadro, le disuguaglianze territoriali continuano a crescere. Solo il Goal relativo alla governance mostra una lieve riduzione delle disuguaglianze tra Nord e Sud, mentre l’istruzione e l’accesso ai servizi igienico-sanitari vedono un aumento del divario tra le diverse aree del Paese.

La sostenibilità ambientale e sociale: l’urgenza di una svolta

I dati evidenziano anche il disallineamento tra le preoccupazioni dei cittadini e le azioni politiche. Circa la metà degli italiani si sente minacciata dai rischi ambientali, ma solo il 21% ritiene che il governo stia lavorando pensando al futuro. In un Paese colpito da eventi climatici estremi, il 93% dei cittadini chiede che l’Italia rafforzi i propri impegni nella lotta al cambiamento climatico.

Oltre alla crisi climatica, la disuguaglianza economica è un altro fattore critico. Nel 2023, il 22,8% della popolazione era a rischio di povertà o esclusione sociale, con una concentrazione della ricchezza in mano a pochi: il 5% delle famiglie più ricche possedeva il 46% della ricchezza complessiva.

L’Europa e il Green Deal: un’opportunità per il futuro

A livello europeo, il Rapporto ASviS rileva che l’Unione Europea ha fatto progressi significativi in settori come energia pulita, innovazione e uguaglianza di genere. Tuttavia, restano sfide cruciali per centrare tutti gli Obiettivi dell’Agenda 2030. L’Italia, in particolare, continua a restare indietro in settori strategici come istruzione, lavoro e riduzione delle disuguaglianze. Nonostante ciò, l’Europa rappresenta una risorsa per l’Italia, soprattutto grazie al Green Deal e alle nuove normative europee che potrebbero incentivare il cambiamento nel nostro Paese.

Il Rapporto individua quattro fattori cruciali che influenzeranno il futuro dello sviluppo sostenibile in Italia: 

  • 1. La legge sull’autonomia differenziata, che rischia di ampliare le disuguaglianze territoriali.
  • 2. Le nuove normative europee sulla rendicontazione di sostenibilità per le imprese.
  • 3. Il recepimento della direttiva europea sul ripristino della natura.
  • 4. La modifica della Costituzione del 2022, che integra la tutela ambientale e della salute come principi fondamentali.

Secondo ASviS, questi fattori potrebbero rappresentare sia un rischio sia un’opportunità, a seconda delle scelte che verranno fatte nei prossimi anni.

Le proposte dell’ASviS per l’Agenda 20230

Per invertire la rotta e affrontare le sfide in modo efficace, l’ASviS propone una serie di interventi urgenti. Tra le proposte più rilevanti:

  • Attuare la strategia nazionale di sviluppo sostenibile, con un piano d’accelerazione per il raggiungimento degli SDGs.
  • Rafforzare le politiche territoriali per contrastare le disuguaglianze regionali.
  • Approvare una legge sul clima e implementare il regolamento europeo sul ripristino della natura.
  • Potenziare la partecipazione dei giovani e delle future generazioni nella vita democratica del Paese.

Il Rapporto ASviS 2024 ci ricorda che fallire nello sviluppo sostenibile significa ridurre la qualità della vita delle persone, compromettendo il benessere delle generazioni future. Raccogliere la sfida oggi non è solo un’opzione, ma l’unica strada possibile per garantire una società più giusta ed equa.

Scarica il Rapporto ASviS 2024.

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