Bonus edilizi, commercialisti chiedono apertura remissione in bonis

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Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti presenta una memoria in Senato per proporre la riapertura della remissione in bonis sui bonus edilizi. Una scelta che non appesantirebbe il monte dei crediti d’imposta.

 remissione in bonis bonus edilizi

Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti ha recentemente avanzato una richiesta riguardante le comunicazioni relative ai bonus edilizi. In una memoria presentata in Senato, la categoria ha sollecitato la riapertura della remissione in bonis. Una scelta che potrebbe permettere la correzione degli errori nelle comunicazioni di opzione di sconto o cessione dei bonus edilizi, il cui termine ultimo di presentazione è scaduto il 4 aprile 2024.

Bonus edilizi, riapertura della remissione in Bonis

La richiesta di riapertura della remissione in bonis si basa sull’esigenza di consentire ai contribuenti di correggere errori commessi nella compilazione e presentazione delle comunicazioni di opzione di sconto o cessione. Queste comunicazioni sono regolate dall’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. La proposta del Consiglio nazionale dei commercialisti mira a offrire una soluzione senza impattare negativamente sui crediti d’imposta già riconosciuti.

Impatto sui crediti d’imposta

I commercialisti sottolineano un dato importante: la correzione degli errori non comporterebbe un aumento del monte dei crediti d’imposta attualmente riconosciuti nei cassetti fiscali di fornitori e cessionari.
Questa misura permetterebbe ai contribuenti di sanare errori senza aggiungere costi al sistema fiscale. La richiesta è supportata dall’idea che tale correzione non inciderebbe sul monte dei crediti d’imposta preso a base dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per la redazione dei documenti di economia e finanza.

Superbonus: problemi con l’annullamento delle comunicazioni

Attualmente, i contribuenti che hanno commesso errori non hanno altre opzioni se non l’annullamento della comunicazione a causa della recente esclusione delle comunicazioni di opzione dal novero degli adempimenti fiscali per i quali vige il principio della remissione in bonis, l’annullamento non consente di ripresentare una comunicazione corretta. Questo può portare alla perdita del credito d’imposta spettante.

Errori dei condòmini e comunicazioni di opzione

La richiesta di correzione da parte dsi estende anche ai condòmini. Si tratta di coloro che hanno presentato erroneamente comunicazioni di opzione per spese relative a interventi su parti private dell’edificio. anziché sulle parti comuni di pertinenza condominiale. Questa misura permetterebbe anche a questi contribuenti di sanare gli errori e preservare il credito d’imposta a loro spettante.

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