Il ruolo cruciale di ingegneri e tecnici nel piano di Transizione 5.0 inizia dalle perizie asseverative ex ante ed ex post. I soggetti abilitati a rilasciare queste perizie sono le ESCO, gli EGE e gli ingegneri della Sezione A dell’albo.
Il Piano Transizione 5.0 richiede il coinvolgimento di una serie di professionisti qualificati che devono garantire la correttezza delle certificazioni e delle spese. A essere protagonisti in questo percorso sono i tecnici che devono asseverare le perizie, un ruolo molto importante che richiede requisiti specifici.
Gli incentivi previsti nella 5.0
Il Piano di Transizione 5.0, parte integrante del PNRR, introduce incentivi sotto forma di crediti d’imposta per le aziende che realizzano progetti di efficientamento energetico. Le aziende devono dimostrare un risparmio energetico minimo del 3% rispetto ai consumi precedenti per accedere ai bonus. Maggiore è il risparmio energetico ottenuto, maggiori sono le percentuali di credito d’imposta ottenibili. Gli investimenti devono essere completati entro il 31 dicembre 2025, come stabilito dal decreto attuativo del Piano (Dl 19/2024), in attesa di pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» .
Il ruolo dei tecnici nel Piano di Transizione 5.0
Per ottenere il credito d’imposta nel piano di Transizione 5.0, sono necessarie due perizie asseverate: una ex ante, che certifica i risparmi energetici previsti, e una ex post, che conferma la realizzazione degli investimenti come previsto dalla certificazione iniziale.
I tecnici abilitati a rilasciare queste perizie includono le ESCO (società di servizi energetici), i professionisti esperti nella gestione dell’energia (EGE) e vari organismi di valutazione della conformità accreditati.
Tra i professionisti ordinistici, solo gli ingegneri della sezione A dell’Albo possono rilasciare tali certificazioni, con alcune eccezioni. Le classi di laurea abilitate includono magistrali in ingegneria elettrica, chimica e civile, ma non in ingegneria gestionale, per la quale il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha richiesto un’integrazione.
La sezione A raggruppa gli ingegneri che hanno conseguito una delle lauree quinquennali vecchio ordinamento o una delle lauree Specialistiche di II livello di cui al D.M. 509/99 nonché una delle Lauree Magistrali di cui al D.M. 270/04.
L’ingegnere della seziona A ha una formazione di livello avanzato per l’esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici.
A tutti questi soggetti è consentita anche la redazione della perizia asseverata relativa ai beni oggetto di investimento. Tuttavia, secondo la bozza del decreto attuativo, questo documento può essere redatto anche da tutti gli ingegneri (inclusi quelli della sezione B), dai periti industriali e, in alcuni casi, anche dai periti agrari, agronomi e dottori forestali.
Il Ruolo dei revisori nel Piano di Transizione 5.0
Un ruolo significativo è assegnato anche ai revisori legali, soprattutto quelli iscritti nella sezione A dell’Albo. Questi revisori devono certificare che le spese sono state effettivamente sostenute e corrispondono alla documentazione contabile predisposta dall’impresa. Questo modello, già applicato con successo in precedenza, garantisce un uso corretto dei fondi pubblici e previene possibili frodi.
Transizione 5.0 e responsabilità civile
Il decreto richiede ai professionisti tecnici di avere una polizza di responsabilità civile, con un massimale adeguato al numero delle certificazioni rilasciate e agli importi dei benefici derivanti dai progetti di innovazione. Questo obbligo, simile a quello previsto per il Superbonus, ha fatto aumentare i costi delle coperture assicurative, sollevando preoccupazioni tra i professionisti .
Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’opportunità significativa per le aziende italiane di investire in progetti di efficientamento energetico e richiede il coinvolgimento di una serie di professionisti qualificati, che devono garantire la correttezza delle certificazioni e delle spese. Nonostante alcune criticità, come l’obbligo di polizze assicurative elevate, il piano offre potenziali benefici sia per le aziende che per l’ambiente, promuovendo una transizione energetica sostenibile.