Equo compenso e criteri interpretativi, la nota del CNI

Indice dei Contenuti

I criteri interpretativi dell’equo compenso sono ancora al centro del dibattito attuale. Secondo quanto affermato dal CNI e dal Cnappc, le sentenze dei Tribunali Amministrativi indicano che l’equo compenso è armonizzabile con il Codice degli Appalti e con le normative dell’Unione Europea in materia di concorrenza.

Equo compenso e criteri interpretativi
Equo compenso e criteri interpretativi


I professionisti tecnici sono alle prese con dubbi sull’equo compenso, generati dalle perplessità dell’ANAC e dalle pronunce dei Tribunali Amministrativi. Come già anticipato l’ANAC ha sollecitato un intervento chiarificatore urgente su questo tema, definendolo “rilevante e necessitante di tempestiva soluzione”.
I Tar, insieme a CNI e Consiglio Nazionale degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori, sostengono un’interpretazione ferma dell’equo compenso.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) in una nota a vari rappresentanti istituzionali richiede chiarimenti sull’equo compenso:
I chiarimenti richiesti si riferiscono a criteri interpretativi che stanno generando notevoli difficoltà per gli ingegneri e per tutte le altre categorie professionali.

Equo compenso, quali sono i criteri interpretativi?

Nonostante ciò, il CNI ha registrato una serie di interpretazioni errate e pratiche discutibili nell’ambito degli affidamenti pubblici regolati dal Codice dei contratti pubblici. Alcune amministrazioni e associazioni di categoria sostengono posizioni contrastanti con la legge sull’equo compenso invocando principi come la concorrenza comunitaria e la preminenza del Codice dei contratti pubblici sulla legge 49/23.

Inoltre, la maggior parte degli enti che si oppongono all’applicazione della legge sull’equo compenso, supportati da pronunciamenti dell’ANAC, non hanno ricevuto un sostegno esplicito da parte dell’autorità competente. Anzi, spesso si assiste a interpretazioni forzate di tali pronunciamenti, distanti dalla realtà dei fatti. Anche la recente sentenza del TAR Veneto (n. 632 del 3 aprile 2024) ha confermato l’applicabilità della legge sull’equo compenso agli affidamenti pubblici dei servizi di ingegneria e architettura, in linea con l’interpretazione del CNI fin dal 2023.

Equo compenso e qualità del servizio

Il CNI ribadisce che l’equo compenso non intende penalizzare i giovani professionisti né aumentare la spesa pubblica per la realizzazione delle opere. Al contrario, promuove una sana competizione basata sulla qualità del servizio, in conformità con i principi comunitari della concorrenza.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri chiede un chiarimento urgente da parte delle istituzioni competenti, al fine di superare le attuali difficoltà nelle procedure di realizzazione delle opere pubbliche.

Scarica la nota del CNI.

Leggi anche

Iscriviti alla newsletter di Logical

    Autorizzo al trattamento dei miei dati personali da parte di Logical Soft S.r.l. per le finalità specificate nell'informativa sulla privacy > *


    Leggi anche

    I più letti

    Leggi anche (da Logical.it)