Il Professore Giuliano Dall’Ò del Politecnico di Milano ha analizzato il ruolo chiave dei progettisti nell’attuazione dell’efficienza energetica degli edifici secondo la Nuova Direttiva Europea EPBD. Nell’intervista ha discusso delle sfide amministrative emergenti, dell’importanza della certificazione energetica e delle implicazioni dell’intelligenza artificiale in questo settore.
Nell’attuale contesto di cambiamenti normativi e stimoli provenienti dall’Europa, come la Nuova EPBD, i progettisti assumono un ruolo fondamentale nella transizione energetica. Con l’approvazione della Nuova EPBD IV i tecnici avranno un ruolo di primaria importanza nella progettazione e realizzazione degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici privati e pubblici.
Questa sfida, accolta con favore da tutto il settore delle professioni tecniche, implica degli impegni importanti.
Il Prof. Giuliano Dall’Ò del Politecnico di Milano sottolinea il ruolo di architetti, ingegneri e tecnici del settore.
Sono loro, insieme ai produttori a definire le caratteristiche che un edificio può avere, rendendo così la transizione energetica una realtà concreta.
“I progettisti si stanno impegnando molto in una situazione in cui le regole e le norme cambiano e dall’Europa continuano ad arrivare nuovi stimoli. Sono proprio loro i soggetti più delegati a rendere la transizione qualcosa di concreto, ad avere la responsabilità di ottenere dei risultati.
Insieme ai produttori, definiscono tutte le caratteristiche che può avere un impianto. Dopo di loro l’impegno è per gli installatori. Se un progetto è ben strutturato, l’installazione, anche attraverso la direzione lavori, consentirà di ottenere dei risultati validi”.
Innovazione nella progettazione: il contributo del BIM
Tra gli elementi più importanti che un progettista può impiegare vi sono gli strumenti di lavoro per concretizzare le proprie idee. Utilizzando modelli di calcolo avanzati e adottando i BIM per una progettazione integrata, il progettista può rivoluzionare il settore.
“Il progettista può utilizzare modelli di calcolo evoluti e adottare il BIM, dove quest’ultimo serve come strumento per passare da una progettazione settoriale a una integrata, rappresentando già una rivoluzione in atto di grande importanza, a mio parere. Questa è una delle esperienze più gratificanti, tuttavia, ci sono delle aspettative. La mia convinzione è che coloro che progettano e devono eseguire i calcoli, nonché applicare le norme, debbano avere una maggiore voce in capitolo anche per decidere e contribuire su obiettivi molto ambiziosi, per valutare se siano raggiungibili o meno.“
“Quando pensiamo alla Zero Energy, nell’immaginario comune pensiamo a case, ma la decarbonizzazione riguarda tutto, non solo il settore residenziale, ma anche altri settori come i data center e l’industria. C’è molto da fare e non è facile raggiungere gli obiettivi. Gli obiettivi stimolanti, come quelli da raggiungere entro il 2050 richiedono anche un’attenta valutazione tecnica. Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda la gestione. Se da un lato siamo capaci di costruire edifici efficienti, dall’altro dobbiamo anche gestirli in modo efficiente. Valutiamo i nostri successi attraverso le certificazioni, ma quale è il consumo reale? Qui entra in gioco il tema del monitoraggio, un aspetto da non sottovalutare”.
Sfide burocratiche, certificazione energetica e programmazione
Il Professore Dall’Ò evidenzia i cambiamenti imminenti nella certificazione energetica, sottolineando la necessità di una pianificazione a lungo termine per raggiungere gli obiettivi stabiliti entro il 2050. La burocrazia può rappresentare un ostacolo, ma una programmazione decennale garantirebbe stabilità e faciliterebbe il raggiungimento degli obiettivi.
“Con la nuova EPBD la certificazione energetica degli edifici cambierà in tempi strettissimi. Si passerà da una classificazione fluida, con un edificio di riferimento a una classificazione fissa che sarà uguale per tutti gli Stati Membri. Non sarà semplice da gestire e ci saranno tutti gli aspetti burocratici da considerare. Un’altra riflessione che vorrei fare è sulla programmazione.“
“Non si può programmare di anno in anno. Se l’obiettivo è il 2050, occorre una programmazione a lungo termine, almeno decennale. Questo garantirebbe stabilità e ci consentirebbe di raggiungere gli obiettivi con minori difficoltà. Questo è ciò che chiedono i progettisti, installatori e tecnici del settore”.
Ruolo dell’intelligenza artificiale nella progettazione
Secondo il Prof. Dall’Ò, l’intelligenza artificiale rappresenta uno strumento di amplificazione del potenziale umano. L’IA non sostituisce l’intelligenza umana, ma la valorizza, riducendo il lavoro impegnativo e consentendo ai progettisti di concentrarsi su compiti più creativi e strategici.
“Io ritengo che l’intelligenza artificiale sia uno strumento molto importante. C’è un’interpretazione distorta sull’intelligenza artificiale: molti la vedono come una sostituzione dell’intelligenza non artificiale, mentre in realtà è come un booster. Se l’applichiamo alla progettazione e alla gestione, il progettista che ha già le idee chiare amplifica il suo potenziale.“
“L’intelligenza artificiale non è la risposta intelligente a chi fa la domanda in modo stupido. La vedo come un’opportunità positiva. Si può togliere gran parte del lavoro impegnativo in termini di tempo; l’intelligenza artificiale valorizza la nostra intelligenza”.
L’intervista mette in luce il ruolo cruciale dei progettisti nella transizione energetica e sottolinea l’importanza dell’innovazione e della collaborazione nel settore con la nuova EPBD IV. L’intelligenza artificiale è vista come un’opportunità per migliorare l’efficienza e accelerare il progresso verso gli obiettivi di decarbonizzazione.