Centro Studi CNI: definire il Piano Nazionale di Ristrutturazione per le “Case Green” entro il 2025

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Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri esorta a un piano nazionale di ristrutturazione da definire entro il 2025. Il commento dell’approvazione della Nuova EPBD “case Green“.

Piano nazionale ristrutturazione 2025

La Direttiva EPBD, recentemente approvata dal Parlamento europeo ha delineato chiaramente alcuni principi fondamentali per l’efficientamento energetico degli edifici residenziali e commerciali. Secondo il Consiglio Nazionale degli Ingegneri è essenziale affrontare la fase più complessa e impegnativa e definire il Piano nazionale di ristrutturazione per le “Case Green”. Questo piano richiederà un’immediata azione, combinando capacità tecniche, visione e volontà politica.

Case Green: cosa cambia per le famiglie italiane

Come già chiarito più volte la Nuova EPBD IV coinvolge direttamente gli stai membri e non include alcun obbligo per i cittadini. Sti Stati Membri con strumenti e metodi adeguati dovranno tracciare la rotta per la decarbonizzazione. Dal 2025, ad esempio, non sarà più possibile usufruire di incentivi per le caldaie a combustibili fossili, mentre dal 2040 saranno vietati del tutto. 

Il Piano Nazionale di Ristrutturazione

Entro il 2025 ogni paese dovrà presentare alla Commissione Europea un Piano nazionale di ristrutturazione, delineando il percorso e le metodologie per ridurre i consumi energetici derivanti da fonti fossili. Questo richiede una definizione precisa delle modalità d’intervento e un chiarimento delle questioni metodologiche.

Secondo il CNI è fondamentale coinvolgere sia soggetti pubblici che privati nella compartecipazione finanziaria. I piani di ristrutturazione richiederanno un approccio graduale e realistico, oltre a un piano finanziario che renda fattibile uno sforzo così consistente.

“La Direttiva Europea EPBD, così come di recente approvata dal Parlamento Europeo – afferma Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI rappresenta un passo in avanti rispetto al testo originario e crea le premesse per affrontare in modo più credibile la questione dell’efficientamento energetico di un patrimonio edilizio ormai vetusto, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa.

Non possiamo negare che siano in atto cambiamenti climatici poco favorevoli e che dobbiamo provare a contrastare il fenomeno anche agendo sul parco edilizio. Occorre ovviamente intervenire in modo graduale ed essere anche realisti: tutto subito è materialmente e economicamente impossibile. Crediamo che i principi stabiliti nella Direttiva siano un buon punto di partenza soprattutto perché si consente ai singoli Stati di trovare la combinazione di strumenti e tecnologie per raggiungere degli obiettivi comuni. Occorre da subito iniziare a definire un metodo di lavoro che porti al Piano nazionale di ristrutturazione. Il Consiglio Nazionale intende mettere a disposizione le proprie competenze tecniche per contribuire ad una sfida così importante e chiediamo da subito una interlocuzione con il Governo”. 

 L’importanza del Coinvolgimento e del Finanziamento

“Abbiamo di fronte una sfida importante – afferma in una nota Remo Giulio Vaudano, Vice Presidente Vicario del CNI -e siamo convinti di quanto sia importante il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici legati al patrimonio edilizio nei tempi stabiliti. Perché questo avvenga occorre individuare con esattezza il campo di azione e poi definire un mix di interventi di ristrutturazione profonda e di efficientamento energetico a seconda dello stato degli edifici

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri esorta il Governo a non attendere l’approvazione della Direttiva EPBD dall’UE, ma a avviare immediatamente la preparazione del Piano nazionale. Questo non è solo un piano di massima e richiederà sforzi significativi, ma l’Italia ha le competenze necessarie per svilupparlo.

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