La Regione Siciliana stanzia 5 milioni di euro per le CER

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La Regione Siciliana ha stanziato 5 milioni per la creazione delle comunità energetiche rinnovabili (CER). Il Dirigente Domenico Santacolomba spiega nel dettaglio il bando, la distribuzione dei fondi nei comuni e il piano energetico che promuove la condivisione dell’energia prodotta e consumata.

CER Regione Siciliana
CER Regione Siciliana


La Regione Siciliana ha stanziato 5 milioni di euro per la creazione delle comunità energetiche rinnovabili. Una grande opportunità per i comuni siciliani che hanno accolto con grande entusiasmo il bando. Abbiamo intervistato Domenico Santacolomba, Responsabile Pianificazione e Programmazione del Dipartimento dell’Energia – Regione Siciliana.


Dott. Santacolomba come sono nate le CER nella Regione Siciliana?


Pur con le numerose criticità riscontrate la Regione Siciliana ha creduto molto in questo strumento per una serie di sviluppi possibili. Subito dopo la pubblicazione del Decreto 199/2021la Regione si è attivata per favorire la nascita anche in Sicilia di Comunità di energie rinnovabili.
Abbiamo inoltrato alla Giunta di Governo una proposta di rimodulazione, con l’inserimento di una nuova azione, al Piano di Azione e Coesione (Programma Operativo Complementare) POC 2014-2020 della Regione Siciliana, nell’ambito dell’Asse2 – Sostenere l’attuazione del Green Deal europeo”.

La Giunta regionale, con la Deliberazione n.177 del 6 aprile 202,  ha approvato la modifica inserendo la nuova Azione 2.1.3 Sostegno agli investimenti di comunità energetiche rinnovabili  ed appostando in favore del Dipartimento regionale dell’Energia la somma di  5.000.000 di €.
Con tale somma abbiamo proceduto ad una ripartizione delle risorse per fare in modo che tutti i comuni della Sicilia potessero costituire Comunità di energie rinnovabili. Circa due mesi dopo abbiamo pubblicato il bando per la costituzione delle CER (GURS del 24/6/2022).

Il Bando proposto è  uno strumento snello in grado di raggiungere rapidamente il risultato auspicato ossia quello di far nascere in Sicilia questo nuovo soggetto giuridico conosciuto con l’acronimo di CER. Abbiamo previsto di mettere a disposizione degli Enti locali un contributo a fondo perduto indispensabile per coprire tutte le spese per la costituzione delle CER nella Regione Siciliana. I beneficiari sono tutti i Comuni dell’Isola che si impegnano a costituire una o più CER. Nel mese di agosto del 2022 si è conclusa la partecipazione all’avviso rivolto ai 391 comuni dell’isola per la costituzione delle comunità di energie rinnovabili e solidali. L’avviso ha avuto una grande partecipazione hanno aderito all’iniziativa 312 comuni. Il 30 settembre del 2022 abbiamo pubblicato il decreto delle 301 istanze ammissibili al Bando CER”. 

Quanti decreti di liquidazione sono stati emessi?

“Alla data odierna, considerato che abbiamo dovuto attendere l’approvazione del Bilancio regionale il 28 febbraio, sono stati emessi 187 decreti di impegno e liquidazione dell’anticipazione sul collegato capitolo di spesa
Con l’emissione del decreto di finanziamento il comune potrà procedere a dare l’incarico ad un  tecnico specializzato in gestione energetica che provvederà a redigere il Progetto di fattibilità tecnico – economica, per stabilire la fattibilità dell’iniziativa.
Per realizzare questo documento viene assegnato un contributo massimo di 7.500€ per ogni CER, con le mobilità di seguito riportate: 3.000€, come contributo fisso per CER fino a10 partecipanti; 100€ per ogni partecipante alla CER dopo i primi 10. Contestualmente il sindaco potrà pubblicare la manifestazione di interesse rivolta ai potenziali partecipanti alla CER.

L’iniziativa regionale si concluderà con la costituzione della Comunità e contestuale trasmissione della richiesta di riconoscimento al GSE, per l’ammissione al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa. Le spese amministrative e legali, funzionali alla costituzione del Soggetto Giuridico e alla richiesta di accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia elettrica condivisa della Comunità al GSE, saranno a carico della Regione fino ad un massimo complessivo di 2.500 € per ogni CER costituita”. 

Quale ruolo ha la PA nelle CER?

“Immaginiamo di accompagnare gli enti locali in tutto il percorso che li porterà alla costituzione delle CER che prevede una serie di passaggi in gran parte già attuati da molti comuni. Nel frattempo, l’ARERA che è l’autorità competente di regolazione per energia reti e ambiente ha provveduto ad approvare con Delibera n. 727/2022 del 27 dicembre 2022 il cosiddetto TIAD (Testo Integrato di Autoconsumo Diffuso) che regola le modalità per valorizzare l’autoconsumo diffuso, con le indicazioni procedurali rispetto alla disciplina transitoria vigente dal 2020, in attuazione dei decreti legislativi 199/21 e 210/21.
La delibera prevede, inoltre, che le imprese distributrici che dispongono di cabine primarie definiscano e pubblichino nei propri siti internet, entro il 28 febbraio 2023, le aree sottese a ciascuna cabina primaria, ciascuna per l’ambito territoriale di competenza.

Conseguentemente, E-distribuzione, ha pubblicato sul suo sito web le Aree sottese alle cabine primarie necessarie ad identificare l’area convenzionale corrispondente alla Comunità Energetica, è possibile vedere le mappe attraverso il seguente link: https://www.e-distribuzione.it/archivio-news/2023/02/cer–le-mappe-per-identificare-le-aree-convenzionali-di-apparten.html.

In che modo è possibile identificare la distribuzione delle cabine primarie?


“Da una prima visualizzazione delle mappe pubblicate è possibile constatare che il territorio di alcuni piccoli comuni purtroppo ricade in più cabine primarie e pertanto all’interno dello stesso territorio comunale è necessario identificare esattamente in quale cabina primaria ricade il POD del partecipante alla CER. Mentre nel caso delle isole minori non interconnesse esse vengono individuate nell’area coincidente con l’intero territorio isolano.

La larga e spesso confusa diffusione dei grandi impianti eolici e fotovoltaici, in conseguenza della possibilità di usufruire di incentivi nazionali (Conto Energia e Certificati Verdi), non ha, nei fatti, rappresentato per la Sicilia quell’occasione di sviluppo economico e sociale che sarebbe stato auspicabile. Pur tuttavia si sta sviluppando anche in Sicilia, un mercato fatto di nuove realtà artigianali della green economy, occupate nel settore della progettazione, vendita, installazione e manutenzione, della piccola impiantistica solare che si muove per l’appunto attorno alla condivisione territoriale dell’energia nelle piccole realtà locali e non nei giganteschi impianti connessi direttamente alle RTN che hanno una dimensione su scala nazionale e non locale anche in termini di incremento della ricchezza nel territorio di installazione.

Come più volte sottolineato nelle diverse sedi istituzionali, quanto accaduto nell’Isola, nel passato recente e non, esalta l’importanza della pianificazione regionale per gli anni futuri. Se da un canto è importante promuovere gli investimenti in fonti rinnovabili e sulla green economy, dall’altro, specie a motivo della persistente fase di crisi finanziaria ed economica, occorre tenere conto, a livello territoriale, tanto degli aspetti di sostenibilità energetici ed ambientali, quanto di quelli sociali e occupazionali, considerando il potenziale effettivamente realizzabile in Sicilia anche attraverso la costituzione di questi nuovi soggetti giuridici chiamati a produrre energia elettrica localmente e dimensionata esclusivamente in base ai consumi dei soggetti partecipanti che condividono al meglio l’energia rinnovabile prodotta”.

Qual è l’obiettivo della Regione Siciliana in riferimento all’avviso pubblico delle CER?

“L’obiettivo è quello di superare l’attuale formula fatta da multinazionali del settore, spesso con sede all’estero, che investono in Sicilia impegnando centinaia di ettari di suolo  agricolo con lo scopo di fare business per la propria azienda connettendo i loro mega impianti direttamente alla Rete di Trasmissione Nazionale. Noi nel nostro Piano Energetico Regionale  (PEARS), approvato con decreto presidenziale lo scorso anno, abbiamo descritto per la Sicilia degli scenari di sviluppo del sistema energetico siciliano al 2030 leggermente diversi, sulla base dei quali sono stati fissati i relativi target regionali, per ciascuno degli obiettivi strategici.

Per la nuova pianificazione facciamo riferimento, dentro al PEARS, proprio all’attuazione della Direttiva 2018/2001/UE (RED II) sulle fonti rinnovabili, con un’ottica di maggiore centralità dei cittadini verso nuovi modelli di condivisione dell’energia elettrica prodotta e consumata, nella quale vengono invitati i cittadini a partecipare ed essere protagonisti di questo nuovo concetto di autoconsumo collettivo”.

È possibile fare già un bilancio sulle CER della Regione Siciliana?


Il bilancio ottenuto dalla costituzione del Comunità di energie rinnovabili è senz’altro positivo, oltre agli indubbi vantaggi ambientali realizzati dai membri della comunità che contribuiscono all’abbattimento della quantità di CO2 in atmosfera con l’utilizzo delle fonti rinnovabili, non sono da meno i vantaggi sociali determinati dalla condivisione dell’energia tra i cittadini membri che secondo un vero e proprio spirito comunitario contribuiscono all’indipendenza energetica del paese. Si svilupperà, in tal modo, un virtuoso meccanismo di produzione di energia locale, diciamo a KM zero.

I vantaggi economici oggi, sono perlopiù determinati, per i prosumer (produttori e consumatori), dal risparmio in bolletta, oltre che dagli incentivi derivanti dalla condivisione dell’energia autoprodotta fra i membri della comunità ed inoltre alleggerita dai costi di distribuzione e dagli altri oneri tipici dei fornitori di energia. Ci metterei dentro anche l’opportunità per i cittadini membri della Comunità di poter contrattare vantaggiosamente l’acquisto e la vendita dell’energia anche in un contesto di gruppi di acquisto solidali, che partendo da un approccio critico al consumo applicano i principi di equità, solidarietà e sostenibilità ai propri acquisti”.

In che modo le CER possono diventare strumento di rigenerazione urbana in comuni che hanno notevoli difficoltà economiche?

“Nel bando abbiamo previsto che il comune si impegna a: mettere a disposizione aree di proprietà comunale dove realizzare gli impianti, in tal modo l’Ente locale potrà sfruttare i finanziamenti che a breve saranno disponibili con i bandi del nuovo Programma Regionale FESR Sicilia 2021-2027. In diverse occasioni abbiamo avuto modo di sottolineare che tra gli obiettivi del bando regionale c’è anche quello di mettere gli Enti locali nelle condizioni ottimali per poter drenare al meglio i finanziamenti PNRR/PO FESR Sicilia 2021/2027″.

In Sicilia sta per iniziare il nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 questo vuol dire che presumibilmente entro fine anno partiranno i primi bandi, infatti la Commissione europea ha approvato il Programma Regionale FESR Sicilia 2021-2027 da 5,8 miliardi di euro. Nel programma ci sono 5 obiettivi strategici e 6 priorità. Quello che ci interessa è l’obiettivo strategico“Un’Europa resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio” .

Parlando di risorse finanziarie per il solo Obiettivo 2.2, “Promuovere le energie rinnovabili in conformità della direttiva (UE) 2018/2001[1] sull’energia da fonti rinnovabili”,  è stata appostata una somma di 271.848.770 €.

Gli Enti locali, in particolare, potranno sfruttare i  100.000.000 di € annunciati per l’azione 2.2.2 “Favorire la nascita di Comunità Energetiche”. Pertanto con le somme rese disponibili dall’UE in Sicilia potranno nascere tante nuove realtà locali. Immaginiamo tanti piccoli impianti fotovoltaici che producono energia condividendola localmente. 

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