L’edilizia potrebbe avere una contrazione di mercato con il nuovo codice degli appalti. Per Perrini presidente CNI, la riforma è “deludente”
Fa ancora discutere il nuovo codice degli appalti entrato in vigore lo scorso 1 aprile 2023. Non nasconde la sua delusione Domenico Perrini, presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri che, a ventiquattro ore precedenti dall’avvio, ha commentato l’ultima riforma del Codice Appalti approvata dal Consiglio dei Ministri.
Edilizia e nuovo codice appalti: la posizione del CNI
Perrini: “In merito al nuovo Codice dei Contratti e alla versione licenziata dal Governo non possiamo che esternare la nostra delusione“.
“In merito al nuovo Codice dei Contratti – dice Perrini – e alla versione licenziata dal Governo non possiamo che esternare la nostra delusione, dal momento che le raccomandazioni espresse dai due rami del Parlamento a quanto pare non sono state recepite, se non in misura assolutamente minimale”.
Mercato a rischio chiusura
“Andando nello specifico – ha aggiunto Perrini – è rimasta la norma sui requisiti tecnici limitati a tre anni (in passato erano dieci). Quanto ai requisiti economici, pur avendo esteso il lasso temporale a tre anni, essi risultano peggiorativi rispetto al Decreto 50/2016, quando erano riferiti ai migliori tre anni degli ultimi 5 e c’era anche la possibilità di sostituirli con una polizza assicurativa. Questo elemento, unito alla possibilità di ricorrere in maniera illimitata al subappalto per quanto riguarda l’opera intellettuale del professionista, determinerà una forte chiusura del mercato, in netta contraddizione con uno dei principi conclamati del codice che è, appunto, l’apertura del mercato. Come se non bastasse, non è stata esclusa con chiarezza la prestazione gratuita dei professionisti in quanto pur limitandola a casi eccezionali, non si è provveduto a declinare i contorni dell’eccezionalità”.
Nella nota stampa, Perrini chiarisce la sua posizione. “È stato confermato l’appalto integrato anche se, per fortuna, è stata almeno recepita la nostra richiesta di non presentare il progetto esecutivo in sede di gara, cosa che avrebbe comportato uno spreco incredibile di lavoro professionale da parte di concorrenti che non avrebbero poi avuto risultati tangibili”.
La digitalizzazione nel nuovo codice degli appalti
Il nuovo codice pone grande enfasi sulla digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dell’appalto. Ciò significa che tutte le fasi, dal momento della pubblicazione dell’avviso di gara fino alla fase di esecuzione del contratto, saranno gestite attraverso strumenti digitali. Questo dovrebbe permettere una maggiore trasparenza e una riduzione dei tempi di attesa, migliorando così l’efficienza complessiva del processo di appalto.
Appalti visti da tecnici e dalle stazioni appaltanti
I tecnici che si occupano di progettazione e/o dell’esecuzione di lavori pubblici, devono affidarsi sempre a soluzioni tecnologicamente adeguate in grado di guidarli correttamente nel mare magnum delle norme vigenti. (Approfondisci qui)
Anche le stazioni appaltanti avranno bisogno di avvalersi di software e consulenti adeguati e aggiornati. Per fronteggiare le difficoltà procedurali legate all’appalto di lavori e servizi. Per sapere ad esempio quali norme devono essere applicate in vista del periodo transitorio di sovrapposizione tra vecchie e nuove regole, e per evitare di incorrere in errori.
Leggi la “Ripubblicazione del testo del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, recante: «Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici.», corredato delle relative note“.
(GU n.87 del 13-4-2023 – Suppl. Ordinario n. 14)
Approfondimento CNI e “Il nuovo Codice degli Appalti: perplessità dal mondo delle professioni“