Industria delle rinnovabili: l’anno dell’agrivoltaico e della crescita nonostate l’aumento dei costi, ma la burocrazia frena tre progetti su quattro. Lo studio Althesys rivela le sfide per il settore trainato dalla crescita verso gli obiettivi al 2030.
La produzione di energia da fonti rinnovabili è in costante crescita, ma l’eccesso di burocrazia rappresenta ancora un ostacolo significativo per lo sviluppo sostenibile del settore. Il dato emerge dall’Irex Annual Report 2023 di Althesys, la società professionale impegnata dal 2008 a monitorare il settore delle rinnovabili.
41 miliardi di euro pronti al decollo
Secondo il Report presentato la previsione degli investimenti per le fonti rinnovabili si colloca intorno ai 41 miliardi di euro, con una notevole impennata della potenza installata che ha raggiunto un nuovo record di 38,9 GW, quasi triplicando la cifra del 2021 che era di 15 GW.
Questo rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo sostenibile e la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Le operazioni sono state 958, più del doppio di quelle dell’anno precedente.
Agrivoltaico in crescita
Il rapporto delle tendenze strategiche evidenzia una crescita del mercato domestico in Italia che rappresenta il 95% delle operazioni con un totale di 34,8 GW e 34,8 miliardi di euro.
La concentrazione sul mercato interno è probabilmente legata alla complessità del quadro internazionale e alle strategie di rifocalizzazione nazionale, in linea con gli obiettivi per il 2030 e l’attuazione del PNRR.
Nel 2022, l’agrivoltaico è stata la tecnologia da cui sono partite più iniziative, con una quota del 41% rappresentata da 390 progetti. in particolare si tratta di 15,8 GW e 12 miliardi di euro.
Il fotovoltaico si ferma al 35%, con 11,6 GW per 8,3 miliardi di euro, mentre l’eolico onshore vale 184 iniziative, 10,6 GW e 14,2 miliardi di euro. Emergono anche l’eolico offshore con 63 progetti, ma solo uno di questi è entrato in funzione, e soprattutto i sistemi di accumulo, considerati la vera novità del 2022. La capacità di stoccaggio censita è stata di circa 898 MW, +91% rispetto al 2021, con quasi tutti gli impianti di taglia residenziale.
Inoltre, i 22 impianti di pompaggio presenti in Italia hanno una potenza massima di circa 7,6 GW in produzione (6,5 GW in pompaggio) e una capacità di 53 GWh, di cui l’84% è rappresentato dai sei maggiori impianti (quattro al Nord e due al Sud).
La matassa della burocrazia nelle rinnovabili: tre pratiche su quattro in standby
La questione autorizzativa resta ancora un problema. Secondo quanto analizzato il 75% dei nuovi impianti/progetti è in corso di autorizzazione. Nonostante i decreti di semplificazione, tre pratiche su quattro restano in standby.
Su un totale di 894 pratiche, ben 673 risultano ancora in corso, evidenziando la persistente difficoltà nel ridurre la burocrazia e accelerare i processi amministrativi. Per la decarbonizzazione entro il 2030, sarà necessaria una roadmap stringente che preveda obiettivi su efficienza, rinnovabili e flessibilità.
I numeri delle autorizzazioni
La situazione nel settore energetico italiano per le autorizzazioni è ancora più preoccupante se si considerano le dimensioni delle iniziative. Solo il 12% di esse è stato approvato, un dato in peggioramento rispetto al 18% registrato nel 2021.
Nel settore fotovoltaico, ad esempio, su 142 impianti autorizzati, ben 527 progetti sono ancora in attesa di approvazione.
Le installazioni fotovoltaiche utility scale in via di autorizzazione valgono oltre 20,5 GW, una cifra significativa che evidenzia l’enorme potenziale del mercato dell’energia solare in Italia.
Nell’eolico onshore la situazione non è migliore: solo 28 impianti sono stati autorizzati, mentre altri 137 sono ancora in stand-by burocratico. In termini di MW, su circa 9,5 GW mappati, il 81% (7,7 GW) è ancora in attesa di autorizzazione. Questo significa che la forte crescita delle domande sta controbilanciando gli sforzi per accelerare il processo di approvazione, generando inefficienze e ritardi che penalizzano lo sviluppo del settore.
In sintesi, nonostante le norme e gli sforzi compiuti per semplificare la burocrazia, il mercato dell’energia in Italia continua a essere ostacolato da processi decisionali troppo lenti e complicati, che limitano la capacità del Paese di sfruttare appieno il proprio potenziale in questo ambito.
La roadmap verso la transizione
La transizione verso un sistema energetico a basse emissioni di carbonio è una sfida importante per l’Italia, come per molti altri paesi. Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030 e oltre, sono necessari cambiamenti significativi nel mercato elettrico.
Una roadmap dettagliata che stabilisca obiettivi specifici per l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e la flessibilità del sistema elettrico è fondamentale per guidare la transizione. Questo richiederà uno sviluppo notevole delle rinnovabili, delle reti e degli accumuli, ma anche l‘implementazione di strumenti come il capacity market, la stabilità delle importazioni e un miglioramento della disponibilità degli impianti termoelettrici.
Rispetto alle dismissioni di alcune centrali termoelettriche, il sistema elettrico italiano dovrebbe comunque essere in grado di adeguarsi al 2030. Tuttavia, oltre allo sviluppo delle rinnovabili, delle reti e degli accumuli, è essenziale considerare anche altre soluzioni, come il phase-out del carbone entro il 2025 (sebbene rallentato dalla crisi del gas), che sarebbe vantaggioso sia dal punto di vista ambientale che economico.