Il nuovo Codice degli Appalti: perplessità dal mondo delle professioni

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Procedure semplificate e livelli di progettazione ridotti per il nuovo codice degli appalti approvato il 16 dicembre dal Consiglio dei Ministri.

Sullo schema definitivo, pubblicato dal Consiglio di Stato, si prevede la liberalizzazione dell’appalto integrato, più affidamenti diretti, una marcata digitalizzazione delle procedure e garanzie più leggere per le imprese.
Inoltre si introduce il “subappalto a cascata”. 

Lo schema, trasmesso il 9 gennaio alle Camere dovrà essere approvato l’8 febbraio.

Successivamente lo schema approvato dal governo dovrà tornare in Consiglio dei Ministri entro fine marzo -rispettando così le scadenze del PNRR – per la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. 


Quando entra in vigore il nuovo Codice degli Appalti.


Il nuovo Codice degli Appalti dovrà essere applicato a partire dal 1° aprile 2023, ma secondo i professionisti presenta diversi punti problematici, soprattutto con le procedure per l’utilizzo dei fondi PNRR in corso. Sorgono quindi perplessità.

In una lettera aperta al Governo firmata da 101 ordini territoriali di Architetti, Pianificatori e Paesaggisti si rivelano le criticità che segnerebbero un netto passo indietro rispetto ad alcuni temi strategici. 

Francesco Miceli sul nuovo codice degli appalti.
Arch. Francesco Miceli

L’opinione del Consiglio Nazionale degli Architetti


Secondo il Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Francesco Miceli: «Esiste una grave sottovalutazione della centralità del progetto nel processo di sviluppo delle procedure nelle opere pubbliche con il rischio, molto concreto, che le risorse del PNRR possano essere intercettate e non essere impegnate nella originaria strategia di ripresa del Paese su cui l’Europa ha avviato il Recovery Fund. Inoltre nessuno degli emendamenti proposti al Governo dal gruppo di lavoro “Lavori Pubblici” della Rete delle Professioni Tecniche è stato recepito dal nuovo schema, che adesso sarà all’esame del Parlamento».

I punti più problematici secondo i professionisti

Per i professionisti uno dei punti più problematici è la riduzione dei livelli di progettazione, progetto di fattibilità tecnico-economica e progetto esecutivo, con la sostanziale eliminazione del progetto. 
Inoltre, nell’art.41 comma 5 si precisa che “Per gli interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria può essere omesso il primo livello di progettazione a condizione che il progetto esecutivo contenga tutti gli elementi previsti per il livello omesso”.

«Il progetto definitivo è da sempre il livello di progettazione necessario per l’ottenimento dei pareri, non solo nelle opere pubbliche, ma anche in quelle private, pertanto la sua soppressione ci porta a dire che tutti i pareri dei diversi enti si dovranno ottenere con il PFTE, sia in conferenza di servizi che in un normale procedimento di PdC» afferma il Presidente Miceli. 

Inoltre secondo i professionisti la possibilità di omettere anche il primo livello per interventi di manutenzione straordinaria potrebbe portare ad avere il solo progetto esecutivo per opere di manutenzione straordinaria che comportano anche un cambio di destinazione d’uso, con buona pace della centralità del progetto.

Quindi queste radicali modifiche non potranno che creare ulteriori problemi nelle SA, soprattutto in quelle più piccole, che si trovano già in difficoltà con la gestione dei bandi legati ai finanziamenti PNRR.

«Per concludere- sottolineano i professionisti- da nessuna parte vengono menzionate le tariffe professionali e il loro adeguamento al nuovo iter progettuale, con buona pace del compenso del lavoro intellettuale».

L’auspicio è che nei lavori parlamentari si affrontino queste problematiche, avendo soprattutto consapevolezza che questa radicale trasformazione della programmazione/progettazione/realizzazione dell’opera pubblica potrebbe portare a maggiori complicazioni più che semplificazioni, soprattutto per le Stazioni Appaltanti. 

I punti cardine del nuovo Codice degli Appalti:

  • Tempestività e migliore rapporto qualità-prezzo.
  • Accesso al mercato, nel rispetto dei principi di concorrenza, imparzialità, non discriminazione, pubblicità, trasparenza, proporzionalità.
  • Principio della fiducia nell’azione delle Amministrazioni e negli operatori economici.
  • Digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dell’appalto per modernizzare il sistema.
  • Norme “autoinclusive” senza rinvii a regolamenti.
  • Divieto di prestazioni d’opera intellettuale a titolo gratuito.

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