Sulla Direttiva EPBD interviene SolarPower Europe (SPE), l’associazione europea del settore degli impianti fotovoltaici. Secondo le prime stime tra il 2026 e il 2030 potrebbero essere installati tra 150 e 200 GW di nuovo fotovoltaico sui tetti degli edifici.
La recente Direttiva EPBD pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’UE continua a suscitare grande interesse nel panorama energetico globale.
Alcune associazioni stanno già portando avanti degli studi per comprendere in che modo gli Stati Membri dovranno affrontare le nuove regole stabilite dall’UE. Tra le ultime stime preliminari più rilevanti c’è quella fatta da SolarPower Europe l’associazione europea del settore FV.
Fotovoltaico negli edifici, le stime di SolarPower Europe
Secondo le stime diffuse da SolarPower Europe tra il 2026 e il 2030 potrebbero essere installati tra 150 e 200 GW di nuovo fotovoltaico sui tetti degli edifici. Questo ipotizzando che il 60% degli edifici pubblici sia idoneo e rientri nell’ambito di applicazione dello standard UE per l’energia solare sui tetti.
Cosa prevede la Direttiva EPBD per gli impianti Fotovoltaici sugli edifici
Le disposizioni dell’articolo 10 della Direttiva EPBD sulla prestazione energetica degli edifici, intitolato “Energia solare negli edifici” mirano a progettare tutti i nuovi edifici in modo da ottimizzare il loro potenziale di produzione di energia solare e consentire l’installazione successiva di tecnologie solari efficienti. L’EPBD in merito al fotovoltaico impone agli Stati membri di assicurare l’installazione di impianti solari su nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadrati entro il 2026. Successivamente, sono previsti obblighi progressivi per gli edifici pubblici di dimensioni maggiori.
La Direttiva impone infatti a tutti gli Stati membri di garantire che le nuove costruzioni siano progettate in modo da massimizzare la loro capacità di generare energia solare, tenendo conto delle condizioni di irraggiamento solare del luogo, e consentendo l’ulteriore installazione di tecnologie solari efficienti dal punto di vista dei costi. Questo è reso possibile anche grazie alle semplificazioni introdotte dalla Direttiva RED II per l’integrazione dell’energia solare negli edifici.
Le scadenze dettate dalla Direttiva “Case Green”
Le disposizioni della direttiva stabiliscono una serie di scadenze precise per l’installazione degli impianti fotovoltaici e solari in base al tipo di edificio:
- Entro il 31 dicembre 2026, su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie coperta utile superiore a 250 metri quadrati;
- Su tutti gli edifici pubblici con una superficie coperta utile superiore a 2.000 metri quadrati entro il 31 dicembre 2027, 750 metri quadrati entro il 31 dicembre 2028 e 250 metri quadrati entro il 31 dicembre 2030;
- Entro il 31 dicembre 2027, sugli edifici non residenziali esistenti con una superficie coperta utile superiore a 500 metri quadrati, se sottoposti a una ristrutturazione significativa o a interventi che richiedono un’autorizzazione amministrativa per ristrutturazioni edilizie, lavori sul tetto o l’installazione di sistemi tecnici per l’edilizia;
- Entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi edifici residenziali;
- Entro il 31 dicembre 2029, su tutti i nuovi parcheggi coperti adiacenti agli edifici.
Queste disposizioni rappresentano un impegno significativo per aumentare l’adozione di energia solare nei nuovi edifici e nell’ambiente urbano, contribuendo così alla transizione verso un’energia più sostenibile e riducendo l’impatto ambientale complessivo delle costruzioni.
Le potenzialità del Fotovoltaico
Secondo uno studio del Joint Research Center della Commissione europea, l’Europa potrebbe aggiungere 560 GW di capacità fotovoltaica solo sui tetti. Questo studio evidenzia anche il potenziale del fotovoltaico bifacciale lungo strade e ferrovie, oltre agli impianti galleggianti sui bacini idroelettrici.
La direttiva “Case Green” offre un enorme potenziale per lo sviluppo del fotovoltaico sui tetti degli edifici in Europa. Tuttavia, è essenziale considerare le sfide e gli ostacoli che potrebbero emergere durante l’implementazione. La transizione energetica richiede un impegno coordinato a livello nazionale e internazionale. Se cosi fosse i risultati potrebbero essere straordinari.