Un recente studio condotto dall’ENEA ha messo in luce l’efficacia dei “cappotti verdi” sugli edifici nel contribuire alla mitigazione delle isole di calore nelle città durante le calde giornate estive.
L’attuale scenario climatico ci costringe ad adottare nuove strategie per un futuro sostenibile. L’ondata di calore che sta per colpire nuovamente l’Italia è una prova tangibile degli effetti del cambiamento climatico in atto. È chiaro che ci troviamo di fronte a un punto di svolta: l’era dell’azione è ormai imprescindibile e non possiamo più fare marcia indietro.
Una delle chiavi per affrontare questa sfida è l’adozione di soluzioni verdi innovative.
Cappotti verdi in città: metodi di mitigazione green per ridurre le temperature
I ricercatori di ENEA hanno condotto simulazioni di tre scenari di mitigazione, ciascuno caratterizzato da diverse combinazioni di soluzioni verdi. Nel contesto di Roma è emerso che la combinazione ottimale per abbattere le temperature prevede l’uso di 12.000 metri quadrati di tetti verdi insieme a 60.000 metri quadrati di facciate verdi. Questa configurazione ha portato a una riduzione media delle temperature di 0,33 °C, con picchi di abbassamento fino a 1,17 °C alle ore 15.
Tuttavia, è interessante notare che il principale contributo a questo abbattimento termico proviene dalle pareti verdi, il cui effetto si intensifica proporzionalmente all’altezza dell’edificio. I tetti verdi estensivi, d’altra parte, si sono dimostrati meno efficaci nel contrastare direttamente il riscaldamento urbano quando applicati a edifici alti, ma hanno dimostrato di essere utili nel raffreddare gli interni delle abitazioni e quindi ridurre l’uso dell’aria condizionata.
Impatto a Torino: riduzione delle temperature estive
A Torino sono state rilevate riduzioni significative delle temperature esterne dell’aria. In due scenari diversi, entrambi caratterizzati dalla presenza di “living wall” e facciate verdi su edifici situati lungo canyon urbani, si è riscontrata una diminuzione di circa 0,5 °C.
Tuttavia, è emerso che l’efficacia di queste soluzioni verdi diminuisce quando applicate a canyon urbani orientati perpendicolarmente alla direzione principale del vento. L’effetto mitigante è influenzato da diversi fattori, tra cui clima, meteo, geometria urbana, scala di applicazione, tecnologie utilizzate e tipologie di specie vegetali.
Considerazioni future
Nel corso dello studio, sono state considerate diverse specie vegetali per le diverse soluzioni green.
Ad esempio, i tetti verdi sono stati implementati con il sedum, un gruppo di piante perenni adatte a climi caldi e aridi. Le facciate verdi hanno impiegato l’edera, mentre per i “living wall” è stata utilizzata la felce comune.
L’ENEA ha anche sottolineato che durante le ondate di calore, l’efficacia delle soluzioni green tende a diminuire a causa della chiusura degli stomi, che sono le piccole aperture presenti sulle foglie delle piante. Questo comporta una riduzione dello scambio gassoso tra l’interno e l’esterno della pianta, influenzando il suo potenziale di raffreddamento.
Sfide e prospettive future
L’urbanizzazione continua a crescere e con essa l’importanza di affrontare l’aumento delle temperature urbane superficiali. Secondo le stime dell’ONU, la percentuale di popolazione urbana dovrebbe raggiungere il 68,36% entro il 2050, portando a un ulteriore riscaldamento delle città. Le previsioni indicano che, se non vengono intraprese azioni significative, l’Europa potrebbe subire un ulteriore aumento medio delle temperature superficiali di 0,12 °C in estate entro il 2100.
Lo studio dell’ENEA apre un nuovo scenario sul potenziale dei “cappotti verdi” come strumento efficace per contrastare l’effetto isola di calore nelle città durante le estati sempre più calde, offrendo una via promettente verso città più sostenibili e resilienti alle sfide climatiche future.